Carlo Goldoni
Il cavaliere giocondo

ATTO PRIMO

SCENA QUARTA

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SCENA QUARTA

 

Donna Marianna, Rinaldino, don Pedro e Fabio.

 

MAR.

Il Cavalier dov'è?

FAB.

Or ora vien, signora.

Vi prega compatirlo. Era spogliato ancora.

MAR.

Perché prender si vuole con noi tal soggezione?

D'averci ospiti in casa stanco è il vostro padrone?

FAB.

Ei non lo fa per questo.

RIN.

So io perché lo fa.

FAB.

Perché, signor?

RIN.

Perché le creanze non sa.

PED.

Dirlo a voi non conviene.

RIN.

Se non convien, l'ho detto.

PED.

Signor, son l'aio vostro; portatemi rispetto.

RIN.

Servitor umilissimo. (con ironia.)

PED.

Caldo venir mi sento.

RIN.

Se avete troppo caldo, vi farò un po' di vento.

PED.

Soffrire più non voglio, signora, un tal strapazzo.

MAR.

Compatite, don Pedro; egli è alfine un ragazzo.

FAB.

(La madre il compatisce. Farà buona riuscita). (da sé.)

PED.

(Il desio di viaggiare mi fa far questa vita). (da sé.)

RIN.

Dov'è la cioccolata? (a Fabio.)

MAR.

La prenderemo poi.

FAB.

Verrà il padrone...

RIN.

Intanto la beveremo noi.

FAB.

Con vostra permissione... (in atto di partire.)

RIN.

Noi vi abbiamo mandato.

FAB.

Grazie alla sua bontà. (Che giovine garbato!) (ironicamente, e parte.)

MAR.

Giudizio, Rinaldino, giudizio, se potete.

PED.

Ei ne ha poco, signora.

RIN.

Voi non me ne darete,

Perché lessi in un libro: chi l'ha, lo tien per lui;

Quello che non si ha, non si può dare altrui.

PED.

Bravo, spiritosissimo. (ironicamente.)

MAR.

Parlar così non lice. (a Rinaldo.)

(Per altro ha un bel talento. Che memoria felice!). (piano a don Pedro.)

PED.

(Ha talento: egli è vero; ma se nol moderate

Un vi farà piangere...)

MAR.

(Oh via, non mi seccate).

RIN.

Madame, si plè... (accostandosi al tavolino e leggendo.)

PED.

Vi par bella creanza (a donna Marianna.)

Vedere i fatti altrui? Questa è troppa arroganza.

RIN.

Madame, si plè, buer la scioccolate.

MAR.

Legge bene il francese.

PED.

E voi gliel'accordate?

RIN.

Buer la scioccolate. Da ridere mi vien.

Monsieur le Chevalier est un Françes coquen.

MAR.

Che dite? ( a don Pedro.)

PED.

Vi dirò ch'è spiritoso in tutto

Che nelle scioccherie si vede che fa frutto.

RIN.

Sotto un sì gran maestro non posso apprender meno.

PED.

Finirem questo viaggio. (Non posso stare in freno).

MAR.

Via, Rinaldino, abbiate un po' di convenienza:

Serbate all'aio vostro rispetto e obbedienza.

E voi soffrite ancora il peso che vi ;

Ritornati alla patria, sarete in libertà.

Sperai che col vedere, sperai che col viaggiare,

Lo spirito vivace s'avesse a moderare;

E non dispero ancora, e ancor non mi confondo.

Imparerà col tempo a conoscere il mondo.

PED.

Il vostro buon figliuolo, signora, a quel ch'io veggio,

Imparerà del mondo a conoscere il peggio.

MAR.

Don Pedro, a quel ch'io vedo, di viaggiar siete stanco.

RIN.

Mandiamolo al paese.

PED.

Al mio dover non manco.

Non manco al mio rispetto. Parlo per ben, ma poi

Egli è figliuolo vostro. Ci penserete voi. (parte.)

 

 

 


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