Carlo Goldoni
Il cavaliere giocondo

ATTO PRIMO

SCENA DODICESIMA

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SCENA DODICESIMA

 

Madama di Bignè, il conte di Bignè, don Alessandro.

 

CON.

Per dirla, il Cavaliere parmi alquanto sguaiato.

Non ci sto volentieri.

MAD.

Niente, signor cognato.

Per quel poco di tempo che noi stiamo in Bologna,

Goder il Cavaliere e tollerar bisogna.

Quel che a lui ci ha diretti, del suo temperamento

Già mi ha informata. Avremo un bel divertimento.

È ver, don Alessandro?

ALES.

Deve piacere a me

Tutto quel che diletta madama di Bignè.

MAD.

Aver non si potea miglior la compagnia. (a don Alessandro.)

Per causa vostra il viaggio si fa con allegria.

Davver, don Alessandro, siamo obbligati a voi,

Che abbiate risoluto di viaggiar con noi.

È ver, signor cognato?

CON.

È ver, ci favorisce;

Ma il viaggio per se stesso chi viaggia divertisce.

Mio fratel, vostro sposo, a me vi ha confidata:

Non basta col cognato che siate accompagnata.

Che dirà mio fratello? Di noi che dirà il mondo,

Se siamo in terzo?

MAD.

Eh via, su ciò non vi rispondo.

Don Alessandro alfine è un cavalier gentile;

Il Conte mio marito è un cavalier civile.

Gode ch'io mi diverta; per ciò mi fa viaggiare;

E voi, signor cognato, non mi state a inquietare.

CON.

Io scriverò.

MAD.

Scrivete. Cavaliere. (a don Alessandro.)

ALES.

Signora.

MAD.

V'è piaciuta Bologna?

ALES.

Non l'ho veduta ancora.

MAD.

Per me, quel che ho veduto mi par che sia bastante.

I portici ho osservato, la piazza ed il Gigante.

Sapete il genio mio: a viaggiar mi consolo;

Ma soglio in ogni loco fermarmi un giorno solo.

CON.

Qui v'è molto a vedere; onde per me direi

Ci restassimo almeno tre, quattro giorni, o sei.

MAD.

Oibò! don Alessandro, vo' partir domattina.

ALES.

Partasi sul momento, se Madama il destina.

MAD.

Sentite? Fan così gli uomini compiacenti.

CON.

È ver. Questa è la legge de' cavalier serventi.

Ma io, signora mia...

MAD.

Un uom dabben voi siete:

La civiltà vi piace, e il mondo conoscete.

Parliam d'altro. Tabacco. (a don Alessandro.)

ALES.

Madama, eccolo qui. (le del tabacco.)

CON.

Ma se il consorte vostro...

MAD.

Su ciò basta così.

Come vi tratta il viaggio, don Alessandro mio?

ALES.

Quando sta ben Madama, sempre sto bene anch'io.

MAD.

Certo, questa mattina io sto perfettamente.

Partiremo noi subito?

CON.

Siete pure impaziente.

MAD.

Sapete il mio costume. Il mio diletto è questo:

Tutto quel che ho da fare, mi piace di far presto.

S'ha da viaggiar? si viaggi; s'ha da restar? si stia.

Ma a star senza far niente, mi vien malinconia.

Fin all'ora del pranzo che cosa noi facciamo?

O giochiam due partite, o a passeggiare andiamo.

ALES.

Quel che piace a Madama, fatto da noi sarà.

CON.

Andiamo in qualche parte a veder la città.

MAD.

No, no, restiamo qui. Voglio seder.

ALES.

Sediamo.

MAD.

No, i padroni di casa a ritrovare andiamo.

Ancor non s'è veduta la padrona garbata.

CON.

La conoscete voi?

MAD.

Di lei sono informata.

Sarà forse a vestirsi lei pur con nobiltà.

ALES.

Andiam, se ciò v'aggrada.

MAD.

No, aspettiamola qua.

Caro don Alessandro, gli preme di vederla!

Scusi, se così presto non voglio compiacerla.

ALES.

Madama, vi protesto...

MAD.

Eh via, che so chi siete.

ALES.

Or vi sdegnate a torto.

MAD.

Non dico a voi. Tacete.

CON.

(Chi serve mia cognata con pace e sofferenza,

Può dir che far gli tocca una gran penitenza).

MAD.

Datemi del tabacco. (a don Alessandro.)

ALES.

Subito.

MAD.

Presto, via.

ALES.

Ora dove l'ho messo?

MAD.

Che pazienza è la mia! (tira fuori la sua tabacchiera.)

ALES.

Eccolo.

MAD.

Già l'ho preso.

MAD.

Quando voglio tabacco, mi fa aspettare un'ora.

ALES.

Vi domando perdono.

MAD.

Voglio le cose preste:

Caro don Alessandro, saper voi lo dovreste.

Sediamo.

ALES.

signora. Chi è di ? vi è nessuno?

MAD.

Ci faranno aspettare. Una sedia per uno.

CON.

Io porterò la mia.

ALES.

Lasciate, tocca a me. (a Madama.)

MAD.

Tanto che una si porta, si portan tutte tre. (porta la sua sedia.)

ALES.

Sono mortificato.

MAD.

Non vo' caricature.

Sediamo, chiacchieriamo. Mi conoscete pure.

Ora che siam seduti, cosa di bel facciamo?

ALES.

Comandate, Madama.

CON.

Del viaggio discorriamo.

Partirem domattina...

MAD.

Vo partir di buon'ora. (s'alza.)

CON.

Come sarebbe a dire?

MAD.

Pria che spunti l'aurora.

CON.

Offendono i crepuscoli, e fanno il sangue grosso.

MAD.

A questa vostra flemma resistere non posso.

Un uomo grande e grosso paura avrà dell'aria?

Andiamo a ritrovare madama Possidaria. (parte.)

ALES.

Obbedisco, Madama. (parte.)

CON.

Vengo, signora, anch'io.

Gran maledetto impiccio m'ha dato il fratel mio. (parte.)



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