Io compatisco molto un uom che si marita
Con una giovinetta ritrosa e sbigottita.
Invece di fruire del coniugale amore,
Dee farle il pedagogo, dee farle il precettore.
Mi ricordo io stessa, quando andai a marito,
Mi vergognava a farmi metter l'anello in dito.
Non sapea nulla nulla. Egli era disperato;
S'ei mi veniva incontro, volgeami in altro lato.
Svegliommi a poco a poco. Col tempo m'instruì;
Ma appena m'ebbe instrutta, il misero morì.
Ora, se andar dovessi ai secondi sponsali,
So il vivere del mondo, so i dover coniugali,
E parmi, se cotanto dire a me non disdice,
Saria il novello nodo del primier più felice.
Poiché fra due congiunti, or che vedova sono,
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