Carlo Goldoni
Il cavaliere giocondo

ATTO SECONDO

SCENA NONA

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SCENA NONA

 

Donna Marianna, il Marchese, il Conte e detti.

 

MAR.

Eccomi a voi. Son serva.

POSS.

Finitela, signora.

Si manda, si rimanda, e non venite ancora?

MAR.

Perdonate.

CAV.

Sediamo.

POSS.

Presto; Madama ha fretta.

CAV.

Sentirete la mia cioccolata perfetta.

La faccio fare in casa, e qui non si sparagna,

Faccio venir le droghe perfino di Romagna.

E invece di quel frutto, che cacao si domanda,

Alla moderna usanza s'adopera la ghianda.

MAD.

Simile cioccolata non vi farà alcun male.

Ingrassar vi dovrebbe, se ingrassa anche il maiale.

CAV.

Eccola.

MAD.

Sentiremo che diavolo sarà.

Favorite.

CAV.

Per ordine. Principiate di . (al Servitore.)

MAD.

Ho d'aspettare ancora?

CAV.

Non ci son biscottini?

Andatene a pigliare, asini, contadini.

MAD.

Per me la beverò così, se me la date.

Favorite, quel giovane.

CAV.

Non signora. Aspettate.

Pigliarla senza niente non s'usa, e ben non è.

MAD.

Con licenza, signori. La piglierò da me. (s'alza, e va a prender la cioccolata.)

Volete? (a don Alessandro.)

ALES.

Mi fa grazia.

MAD.

E voi? (al Conte.)

CON.

La prenderò.

MAD.

Chi vuò aspettare, aspetti, frattanto io beverò.

POSS.

Far così in casa d'altri s'usa al vostro paese?

MAD.

Compatite, madama, l'usanza è alla chinese.

POSS.

Quand'è così, signora, m'accheto e non rispondo.

CAV.

Ecco quel che s'impara a camminare il mondo. (a madama Possidaria.)

Eccoli i biscottini. Donna Marianna, a voi,

Al marchese di Sana, a chi ne vuole, e a noi.

MAD.

Per me sono obbligata d'un sì gentil favore.

Cioccolata di ghianda ha un prezioso sapore,

Ma non ne son avvezza. È tanto delicata,

Che non ne voglio più. Mi sento stomacata.

Don Alessandro, andiamo.

ALES.

Vi servo, mia signora. (bevendo la cioccolata.)

MAD.

Presto.

ALES.

Finisco, e vengo.

MAD.

Non la finite ancora?

Conte, venite voi?

CON.

Per dirla, non mi spiace. (bevendo.)

MAD.

Finitela una volta.

CON.

Vo' bevere con pace.

ALES.

Ho finito, Madama.

MAD.

Andiam.

CON.

Vengo ancor io.

CAV.

Dove andate sì presto? (a madama di Bignè.)

MAD.

Serva, signori. Addio. (al Cavaliere.)

CON.

Ci rivedremo a pranzo. (al Cavaliere.)

ALES.

Faccio umil riverenza...

MAD.

Far aspettar le donne, mi pare un'insolenza. (a don Alessandro.)

S'obbedisce una donna, quando comanda o prega.

(Andiam la cioccolata a bere alla bottega). (piano a don Alessandro; e parte con don Alessandro e col Conte.)

CAV.

Schiavo di lor signori.

POSS.

Voi che avete viaggiato, (a donna Marianna.)

Questo stil di Madama nel mondo è praticato?

MAR.

Madama, vi dirò: viaggiato ho qualche poco,

E delle stravaganze vedute ho in ogni loco.

Il garbo, la maniera, i vari sentimenti

Non vengon dai paesi, ma dai temperamenti.

Strano sarà per tutto lo stil di quella dama,

Che passa per franchezza, che bizzarria si chiama.

Con pena da per tutto si soffre l'ardimento.

S'ella con voi qui resta, io non ci sto un momento. (parte.)

 

 

 


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