Carlo Goldoni
Il cavaliere giocondo

ATTO QUARTO

SCENA SESTA

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SCENA SESTA

 

Lisaura, e poi Gianfranco.

 

LIS.

Presto ci scopriranno, presto finirà il gioco.

Oh, se don Alessandro tornasse al primo foco!

GIAN.

Lisaura, eccomi qui.

LIS.

Gianfranco, ho ritrovato

Alfin quel cavaliere che un m'ha abbandonato.

GIAN.

Dove?

LIS.

Alloggia ancor egli in questo luogo istesso.

GIAN.

Ci dividiamo adunque, or che gli siete appresso?

LIS.

Non so, veder conviene s'ei pensa come prima.

Con lui ho favellato, ha per me della stima;

Ma per render contento il mio povero cuore,

La stima non mi basta, vuol essere l'amore.

Tutti i casi seguiti sincera io vi narrai:

Lasciata dall'ingrato, con voi m'accompagnai.

Egli con un altr'uomo in compagnia mi vede,

Ma della mia onestà gli potete far fede.

GIAN.

Gli giurerò ben anco, con mille giuramenti,

Che in voi non venner meno gli onesti sentimenti;

Che donna come voi modesta, non si trova;

E s'egli non mi crede, può mettervi alla prova.

Ma ditemi, Lisaura, che si fa in questo loco?

Non pranzano, non cenano?

LIS.

Si cenerà fra poco.

GIAN.

Mi tormenta la fame.

LIS.

Mangiato io pur non ho.

Ecco qui il cavaliere che un m'abbandonò.

 

 

 


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