Carlo Goldoni
Il cavaliere giocondo

ATTO QUINTO

SCENA SETTIMA

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SCENA SETTIMA

 

Madama Possidaria, Gianfranco e detti.

 

POSS.

Voi ci avete piantati, caro signor marito.

CAV.

Favorisca, signore Gianfranco riverito.

Le doppie ed i zecchini ch'eran nella cintura,

Ditemi, dove sono?

GIAN.

(Son scoperto. Ho paura). (da sé.)

CAV.

Birbante, disgraziato, famoso mercadante,

Fatto schiavo in Algeri, vestito col turbante,

Corsaro di Marocco, di Tunisi bassà,

Che ha mercanzie in Levante, che ha doppie in quantità,

Che in Tunisi una donna dal serraglio ha levato,

Così foss'egli vero, t'avessero impalato.

A me frottole tali? a me? Sai tu chi sono?

GIAN.

Ah signor Cavaliere, vi domando perdono.

POSS.

Come, signor marito?

CAV.

Razzaccia malandrina!

MAD.

Acchetatevi tutti, che vien la pellegrina.

 

 

 


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