Carlo Goldoni
La calamita de' cuori

ATTO PRIMO

SCENA DECIMA   Albina e Saracca

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SCENA DECIMA

 

Albina e Saracca

 

ALB.

Misera me!

SAR.

Colui

Dunque v'ha abbandonata?

ALB.

Pur troppo è ver.

SAR.

Sarete vendicata.

ALB.

Come?

SAR.

Io son delle donne

Difensor generale; e col mio brando,

Armidoro che a voi mancò di fede,

Getterò con un colpo al vostro piede.

ALB.

No, no, viva Armidoro;

Viva, m'ami, e si penta;

Che, se torna ad amarmi, io son contenta.

SAR.

Siete di sì bon cuor?

ALB.

Soffro con pena,

Ma soffro i torti della sorte ingrata.

SAR.

Un'onta invendicata

Non lascierei per un milion di scudi.

Ho in materia d'onor fatti i miei studi.

Con questo braccio invitto,

Con questa spada forte,

Ho donate alla morte tante teste,

Quante in Levante ne suol dar la peste.

 

Tagliar braccia? bagattelle.

Troncar teste? non è niente.

Con un colpo, o sia fendente,

Tagliar busti e coratelle,

Sono cose che ridendo

Le suol far il mio valor.

Chi non vede - non lo crede,

Son sì forte - che la morte

Ha di me qualche timor. (parte)

 

 

 


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