Carlo Goldoni
La calamita de' cuori

ATTO PRIMO

SCENA UNDICESIMA   Albina, poi Bellarosa

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SCENA UNDICESIMA

 

Albina, poi Bellarosa

 

ALB.

È tanto il mio dolor, che non ascolto

Ciò che altrui mi favella.

BELL.

(Ecco una mia rival). (da sé)

ALB.

(Vien Bellarosa). (da sé)

BELL.

Amica, qual fortuna

Fa ch'io qui vi ritrovai?

ALB.

Questo nome d'amica or non vi giova.

Voi mi siete rivale.

BELL.

Oh me meschina!

Ditemi il vero, Albina:

Sapete ch'io v'adoro:

Ditemi il vostro amante.

ALB.

Egli è Armidoro.

BELL.

Ho piacer di saperlo.

Non voglio più vederlo:

Levarlo ad un'amica non conviene.

(Or mi vien voglia di volergli bene). (da sé)

ALB.

Ah, che voi m'ingannate.

BELL.

Di me non dubitate;

Armidoro vi cedo. Io n'ho degli altri;

Posso star senza quello.

(Armidoro mi par ora il più bello). (da sé)

ALB.

Cara, mi consolate;

La vita voi mi date.

Spero, vostra mercé, con Armidoro

Appagato il desio. (parte)

BELL.

(Se di meglio non trovo, ei sarà mio). (da sé)

 

 

 


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