Carlo Goldoni
La cameriera brillante

ATTO SECONDO

SCENA QUINTA

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SCENA QUINTA

 

Pantalone ed Argentina.

 

PANT. Dove vala, patron? (gli vuol andar dietro )

ARG. Fermatevi, signor padrone.

PANT. Cossa gh'è?

ARG. Vi ho da parlare fra voi e me.

PANT. Aspettè che vaga...

ARG. Ma voi sempre volete fare all'incontrario di quello che dico io. Vedo che non mi volete più bene.

PANT. Se no te volesse ben, desgraziada...

ARG. Se mi voleste bene, vi premerebbe di sentire quello che vi ho da dire a quattr'occhi.

PANT. Se me preme! ma no vorria che quel sior... colle mie putte...

ARG. Vi preme delle putte, e non vi preme di me; e pure di me dovreste avere qualche premura.

PANT. Sì, cara Arzentina, te voggio ben. Parla, dime quel che ti me volevi dir.

ARG. Sappiate, signor padrone... (sospirando)

PANT. Ti sospiri? Cossa vol dir?

ARG. Voi non me lo crederete.

PANT. Sì, te crederò; parla.

 

 


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