Carlo Goldoni
La cameriera brillante

ATTO TERZO

SCENA QUARTA

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SCENA QUARTA

 

Argentina, poi Florindo.

 

ARG. Anche questo è persuaso di farla.

FLOR. Come diamine volete ch'io faccia una parte di damerino?

ARG. In commedia si può far tutto.

FLOR. Non vi riuscirò, e non la voglio fare.

ARG. Vossignoria non sa niente. Pare a lei che la parte sia di un cicisbeo, di un damerino, di un affettato. Ma non è vero. Vedrà, sentendo la cosa unita, che tutte queste cose le pone anzi in ridicolo.

FLOR. Se la cosa fosse così...

ARG. È così senz'altro. Si fidi di me.

FLOR. Avvertite bene.

ARG. Stia sulla mia parola.

FLOR. Ma vi sono cose che mi fanno venir la rabbia dicendole.

ARG. All'ultimo poi avrà piacere.

FLOR. Mi proverò.

ARG. Andiamoci a preparare.

FLOR. Io non l'ho potuta imparare.

ARG. Il suggeritore l'aiuterà.

FLOR. Madama... v'adoro... permettetemi che io vi serva... Sono cose che mi fanno venire il vomito. (parte)

ARG. La commedia è distribuita così bene, che non può essere meglio. Veder rappresentare caratteri da persone che non li sanno sostenere, è una cosa da crepar di ridere. Se s'introducesse questo buon gusto, tutti i commedianti riuscirebbero a perfezione. (parte)

 

 


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