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ATTO QUARTO
Scena Quarta. Lucietta, Anzoletto, donna Catte, donna Pasqua, Orsola, Gnese, Zorzetto sulla loggia della locanda, e detti
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LUCIETTA Oe, sior compare, alla vostra salute. (beve col bicchiere)
FABRIZIO Con licenza. (al Cavaliere)
FABRIZIO Fuggo da queste donne indiavolate. (parte, e va in casa)
LUCIETTA Mo cossa falo, che nol vien dessù?
DONNA CATTE Ho magnà tanto, che no posso più.
LUCIETTA Sior compare, ghe 'l femo. (col bicchiere in mano)
CAVALIERE Bevete pure, compagnia giuliva.
DONNA PASQUA Alla salute di chi paga.
TUTTI E viva.
LUCIETTA Zitto, che voggio far
«Co son in allegria, mi no me instizzo,
Alla salute del mio bel novizzo».
ORSOLA Anca mi, presto, presto. (col bicchiere si fa dar da bevere)
ANZOLETTO Via sto poco de resto. (versa col boccale il vino ad Orsola)
ORSOLA «Co sto gotto de vin, ch'è dolce, e bon,
Fazzo un prindese in rima al più minchion».
LUCIETTA Oe a chi ghe la dastu?
ORSOLA Oh che gonza! No sastu? (accenna il Cavaliere)
CAVALIERE Via, bravi, che si rida, e che si beva,
Questo brindesi è mio, nessun mel leva.
ANZOLETTO Anca mi, sior compare,
Con patto, che el me staga da lontan».
CAVALIERE «Vi rispondo ancor io, compare, amico:
Di star con voi non me n'importa un fico».
DONNA PASQUA Son qua mi; patroni.
ANZOLETTO Tolè pur vecchietta.
DONNA PASQUA No me dir vecchia, razza maledetta.
«E se son vecchia no son el demonio,
Alla salute del bon matrimonio».
DONNA CATTE Presto, presto a mi. (si fa dar da bere)
«Senza mario mi no posso star più,
ZORZETTO Via, me ne deu? (chiede da bevere ad Anzoletto)
«Sto vin xè meggio assae dell'acqua riosa
Alla salute de la mia morosa».
DONNA PASQUA Via, Gnese, anca ti,
GNESE Dème da béver. (a Anzoletto)
ZORZETTO Voggio dàrghelo mi. (leva la boccia di mano d'Anzoletto)
GNESE «Co sto vin, che xè puro, e xè dolcetto
Te darò una schiaffazza.
DONNA PASQUA Schiaffi, a chi scagazzera?
TUTTI Cossa? via, tasé là; farò, dirò;
Lassé star, vegnì qua, zito, sior no. (tutti insieme alternativamente dicono tai parole, e tutti entrano)
CAVALIERE Dai brindesi al gridar passati sono;
Questa è tutta virtù del vino buono.
Un disordine è questo,
Ma se vad'io, li aggiusterò ben presto;
E se non vonno intendere ragione,
Da cavaliere adopero il bastone. (entra in locanda)