Carlo Goldoni
Il campiello

ATTO QUARTO

Scena Quarta. Lucietta, Anzoletto, donna Catte, donna Pasqua, Orsola, Gnese, Zorzetto sulla loggia della locanda, e detti

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Scena Quarta. Lucietta, Anzoletto, donna Catte, donna Pasqua, Orsola, Gnese, Zorzetto sulla loggia della locanda, e detti

 

LUCIETTA Oe, sior compare, alla vostra salute. (beve col bicchiere)

CAVALIERE Evviva.

FABRIZIO Con licenza. (al Cavaliere)

CAVALIERE Dove andate?

FABRIZIO Fuggo da queste donne indiavolate. (parte, e va in casa)

LUCIETTA Mo cossa falo, che nol vien dessù?

DONNA CATTE Ho magnà tanto, che no posso più.

CAVALIERE Animo, buona gente,

Bevete allegramente.

DONNA PASQUA Via bevemo.

LUCIETTA Sior compare, ghe 'l femo. (col bicchiere in mano)

CAVALIERE Bevete pure, compagnia giuliva.

DONNA PASQUA Alla salute di chi paga.

TUTTI E viva.

LUCIETTA Zitto, che voggio far

Un bel prindese in rima.

«Co son in allegria, mi no me instizzo,

Alla salute del mio bel novizzo».

TUTTI E viva, e viva.

ORSOLA Anca mi, presto, presto. (col bicchiere si fa dar da bevere)

ANZOLETTO Via sto poco de resto. (versa col boccale il vino ad Orsola)

ORSOLA «Co sto gotto de vin, ch'è dolce, e bon,

Fazzo un prindese in rima al più minchion».

TUTTI E viva, e viva.

LUCIETTA Oe a chi ghe la dastu?

ORSOLA Oh che gonza! No sastu? (accenna il Cavaliere)

CAVALIERE Via, bravi, che si rida, e che si beva,

Questo brindesi è mio, nessun mel leva.

ANZOLETTO Anca mi, sior compare,

«Un prindese ghe fazzo

Co sto vin che gh'ho in man,

Con patto, che el me staga da lontan».

CAVALIERE «Vi rispondo ancor io, compare, amico:

Di star con voi non me n'importa un fico».

TUTTI E viva, e viva.

DONNA PASQUA Son qua mi; patroni.

Dème da béver. (ad Anzoletto)

ANZOLETTO Tolè pur vecchietta.

DONNA PASQUA No me dir vecchia, razza maledetta.

«E se son vecchia no son el demonio,

Alla salute del bon matrimonio».

TUTTI E viva, e viva.

DONNA CATTE Presto, presto a mi. (si fa dar da bere)

«Senza mario mi no posso star più,

Alla salute della zoventù».

TUTTI E viva, e viva.

ZORZETTO Un prindese anca mi

Vòi far; ve contentèu?

ORSOLA Falo, falo, fio mio.

ZORZETTO Via, me ne deu? (chiede da bevere ad Anzoletto)

«Sto vin meggio assae dell'acqua riosa

Alla salute de la mia morosa».

TUTTI E viva, e viva.

DONNA PASQUA Via, , anca ti,

Che ti cusì brava.

ORSOLA Fàte onor!

GNESE Dème da béver. (a Anzoletto)

ORSOLA Fàghelo de cuor.

ZORZETTO Voggio dàrghelo mi. (leva la boccia di mano d'Anzoletto)

ANZOLETTO Olà! debotto!...

ZORZETTO Vardè, che sesti!

LUCIETTA Tasi , pissotto.

GNESE «Co sto vin, che puro, e dolcetto

Mi bevo alla salute...»

DONNA PASQUA «De Zorzetto».

GNESE No, de sior Anzoletto.

ZORZETTO Vardè che sesti!

LUCIETTA Senti sa, pettazza

Te darò una schiaffazza.

ORSOLA Oe, oe, patrona?

DONNA PASQUA Schiaffi, a chi scagazzera?

DONNA CATTE Vecchiazza.

ORSOLA Tasé .

LUCIETTA Via frittolera.

TUTTI Cossa? via, tasé ; farò, dirò;

Lassé star, vegnì qua, zito, sior no. (tutti insieme alternativamente dicono tai parole, e tutti entrano)

CAVALIERE Dai brindesi al gridar passati sono;

Questa è tutta virtù del vino buono.

Un disordine è questo,

Ma se vad'io, li aggiusterò ben presto;

E se non vonno intendere ragione,

Da cavaliere adopero il bastone. (entra in locanda)

 

 


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