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ATTO QUARTO
Scena Ottava. Lucietta, Orsola, Gnese, donna Catte, donna Pasqua, Anzoletto, Zorzetto
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LUCIETTA, ORSOLA, GNESE, donna CATTE, donna PASQUA, ANZOLETTO, ZORZETTO. — Orbi, che vengono dalla campagna suonando, — Tutti escono dalla locanda; alcuna delle donne suona il zimbano alla veneziana; donna Pasqua cant alla villotta; ballano alcune furlane, ed anco le vecchie. Vengono altri di strada; si uniscono, e ballano con un ballo in tutti; poi come segue.
LUCIETTA No posso più; vien via con mi Anzoletto.
DONNA CATTE Presto, che vaga a collegarme in letto. (parte, ed entra in casa)
ANZOLETTO Seu stracca? v'averè cavà la pizza. (a Lucietta)
LUCIETTA Oe, no volè che balla? son novizza. (parte, ed entra in casa)
ANZOLETTO Eh, co son so mario,
Sangue de diana, che la gh'ha fenio. (parte, ed entra con Lucietta)
DONNA PASQUA Puti, mi no ghe vedo.
DONNA PASQUA Dame man, che no casca, cara fia.
GNESE Andemo, vegnì qua. (dà mano a donna Pasqua)
ORSOLA Tasi, tasi, fio mio; no la xè usa.
Ma da resto de drento la se brusa. (entra in casa)
ZORZETTO So, che la me vol ben,
Per questo no me togo certi affani;
Ma me despiase sto aspettar do ani. (entra in casa)
CAVALIERE Schiavo di lor signori;
Or che ciascuno è sazio,
Non mi han detto nemmeno: vi ringrazio. (entra in locanda)