Carlo Goldoni
Il conte Caramella

ATTO SECONDO

SCENA SETTIMA   Cecco, poi Dorina

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SCENA SETTIMA

 

Cecco, poi Dorina

 

CEC.

Costei non fa per me. Le voglio bene,

Ma il matrimonio è certa mercanzia

Che farla non conviene in compagnia.

Ella di più non sa;

E con semplicità potria burlarmi,

Potria senza malizia rovinarmi.

DOR.

Vuò Brunoro avvisar... (Ma qui costui...)

CEC.

(Se Dorina volesse, ora con lei

Quasi m’attaccherei).

DOR.

(Sarebbe bene

Che Cecco m’assistesse,

Quando ingannarmi il ciarlatan credesse).

CEC.

(Parla fra sé, e mi guarda).

DOR.

(Poco costa

Gettar via due parole).

CEC.

(Di Dorina sarò, s’ella mi vuole).

DOR.

Cecco, che fate qui?

CEC.

Sono arrabbiato,

E mi son dalla Ghitta licenziato.

DOR.

Ditemi, come fu?

CEC.

L’ho licenziata, e non la voglio più.

DOR.

E volete star senza?

CEC.

Converrà aver pazienza

Finché un’altra ne trovo.

DOR.

(Lusingar anche questo ora mi provo).

Certo voi siete degno

D’una miglior fortuna.

CEC.

Oh, se ne trovo una

Che sia come dich’io,

La voglio far padrona del cuor mio.

DOR.

Ma come la bramate?

CEC.

Per esempio,

Che fosse fatta come siete voi:

Che avesse quella fronte e quegli occhietti,

Quei cari bei labbretti,

Che fosse, come siete voi, graziosa,

Che fosse di giudizio e spiritosa.

DOR.

Ma io tale non sono

Da farvi innamorar.

CEC.

Eh... basta... È tanto

Che mi piacete... Ma la Ghitta ingrata...

Basta, come dicea, l’ho licenziata.

DOR.

Se siete in libertà, ne parleremo.

CEC.

Sì, sì, ci aggiusteremo.

Tutto v’accorderò, con un sol patto

Che siate tutta mia,

Perché in amor non voglio compagnia.

DOR.

Eh, vi s’intende. Io son, quand’ho un amante,

All’amore d’un sol fida e costante.

CEC.

Oh brava! oh benedetta!

Via, non perdiamo tempo.

DOR.

Io voglio prima

Che, se da ver mi amate,

La Ghitta in mia presenza licenziate.

CEC.

Vado in questo momento,

E la conduco qui. Vedrete, o cara,

Se ho per voi dell’affetto.

DOR.

Andate, ch’io v’aspetto.

CEC.

Oh quanto mi consolo!

Bella cosa in amor è l’esser solo!

 

In quel felice giorno

Che un uomo si marita,

Ha cento amici intorno;

Ciascun a sé l’invita:

Chi l’accarezza qua,

Chi lo saluta .

Sposino, vi son schiavo.

Che bella moglie! !

Ma io risponder voglio,

A chi seccar mi viene,

Se fui solo all’onor, solo alle pene. (parte)

 

 

 


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