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ATTO PRIMO
SCENA SESTA Camera nobile nel palazzo di Lavinia. Lavinia ed il Conte Ripoli
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Camera nobile nel palazzo di Lavinia.
LAV. |
Troppo onor. |
CON. |
È mio dovere. |
LAV. |
Grazie a lei. |
CON. |
Son cavaliere: |
LAV. |
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CON. |
Mi potete comandar.
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LAV. |
Alla di lei bontà, Che m’ha voluto accompagnar fin qua. |
CON. |
Con vostra permissione, |
LAV. |
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CON. |
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LAV. |
Ella è troppo gentil. |
CON. |
Son cavaliere. |
LAV. |
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CON. |
Senza di voi, madama, Senza sol, senza luna e senza stelle. Son venute a illustrare il bosco, il prato, |
LAV. |
Queste, qualunque sieno, |
CON. |
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LAV. |
Ah, come mai? |
CON. |
Suol le nubi scacciar Febo ridente, Che vi copre il bel viso e ingombra il cuore, Se qual vite feconda, e fecondata, Voi sarete a quest’olmo avviticchiata. |
LAV. |
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CON. |
Della mia nobiltà, |
LAV. |
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CON. |
All’opere più conte; Amor, che accendi Venere, che sei madre del diletto; E voi, pianeti, e voi, minute stelle, Onor del firmamento, |
LAV. |
Pronuba generosa al nostro foco. |
CON. |
Che a un amante rival vi lasci in preda. Ah, se voi foste Dido, S’io fossi Enea, se Jarba fosse qui, A quel moro crudel direi così:
L’avrai da far con me. Ch’io ti difenderò). (a Lavinia) Ch’io mi riparerò. (Non ti abbandonerò). (a Lavinia) |