Carlo Goldoni
La cascina

ATTO TERZO

SCENA QUARTA   Il Conte Ripoli e detti.

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SCENA QUARTA

 

Il Conte Ripoli e detti.

 

CON.

Eccovi, amabil dea,

Eccovi di ritorno il vostro Enea.

LAV.

Voi serbate nel cor la bella immagine;

Ma il ritorno d’Enea tardo è a Cartagine.

CON.

Perché?

LAV.

Perché venuto

È Jarba sconosciuto.

Mi trovò abbandonata,

Onde mi ha...

CON.

Incenerita?

LAV.

No, sposata.

CON.

Furie del cieco Averno,

Mostri del nero abisso,

Orsi, tigri, leoni,

Della barbarità crudel deposito,

Su, venite, vuò fare uno sproposito.

Dov’è quel moro infido?

Vuò svenarlo sugli occhi alla mia Dido.

COST.

(È un bel pazzo costui). (da sé)

CON.

L’empio dov’è?

Fatelo venir qui.

Dov’è il moro rivale?

LAV.

Eccolo . (accenna Costanzo)

CON.

Questi! (a Lavinia)

LAV.

Quello.

CON.

Egli è il moro!

LAV.

Quegli è il vostro rivale.

CON.

Questi è un vile bifolco, è uno stivale.

COST.

Con rispetto parlate.

LAV.

In lui vedete

Un cavalier che mi ama,

Che si è finto pastor per la sua dama.

CON.

Oh valoroso eroe,

Che rinnovar sapeste

La bella un peripezia d’Alceste!

Rendavi il ciel felice,

Qual Demetrio scoperto a Cleonice.

A un sì tenero amor chi può star saldo?

Tutto a sì bella azion mi passa il caldo.

 

 

 


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