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SCENA PRIMA
Corallina ed Arlecchino seduto ad una tavola, che mangia e beve.
COR. Animo, animo, mangiate e bevete, che buon pro vi faccia.
ARL. Oh che onorata gastalda! Oh, quanto che ve son obligà! Cussì sti bocconcini la mattina per el fresco i me tocca el cuor.
COR. Mangiate, che ve lo do volentieri. (Già il padrone non sa niente, ed io mi voglio far degli amici, per tutto quello che potesse nascere). (da sé)
ARL. Alla vostra salute. (beve)
COR. Viva il signor Arlecchino!
ARL. Oh caro! Oh che vin! Oh che balsamo! Alla vostra salute. (beve)
COR. È del meglio che sia in cantina. Ai miei amici voglio dar di quel buono.
ARL. Mah, vu sì fortunada, che servì un patron ricco: ma mi servo un maledetto spiantà, povero e superbo.
COR. Ditemi, come vi tratta il signor Ottavio?
ARL. El me dà tre piatanze al zorno.
COR. Tre pietanze? Non c’è male. In che consistono queste tre pietanze?
ARL. Polenta, acqua e bastonade.
COR. Oh, il caro pazzo che siete!
ARL. Alla vostra salute. (beve)
COR. Buon pro vi faccia. Qui almeno in casa del signor Pantalone si mangia a tutte le ore.
ARL. Questa l’è la rabbia del me padron. Che i altri magna, e lu no.
COR. E pure va egli ancora spesse volte a mangiare qua e là.
ARL. Oh, se savessi perché el ghe va!
COR. E per qual ragione va egli?
ARL. No la poderessi mai immaginar.
ARL. E mi mo savì per cossa che vegno qua?
ARL. Per l’appetito. Alla vostra salute. (beve)
COR. Bravo; sempre più mi piacete.