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OTT. Dunque non si mette in tavola?
OTT. Più?
COR. Più.
ARL. Mai più?
COR. Mai più.
COR. Vi dirò. Il cuoco ha fatto un bellissimo desinare.
COR. Una zuppa d’erbe con due capponi.
COR. Un pezzo di carne pasticciata, squisita.
COR. Un arrosto di vitello che consolava.
ARL. Sior padron! (consolandosi fra di loro)
COR. E poi tre o quattro piatti di ultimo gusto.
COR. E poi...
OTT. E poi?
COR. E poi, e così, e così, e così, e poi. Indovinatela.
COR. Si è attaccato fuoco al camino. Tutte le pentole sottosopra, le vivande disperse, il desinare in fumo.
OTT. Eh!
ARL. Oh!
COR. Onde, signori miei, per oggi non si desina più.
COR. Però vi consiglio a non perdere il tempo invano, e andarvene a casa vostra.
OTT. Da me non si è provveduto niente.
ARL. No gh’avemo gnanca legne da impizzar el fogo.
COR. L’osteria non è molto lontana.
OTT. Io all’osteria? Non vi è pericolo che ci vada.
COR. Fate così; andate a passeggiare, che vi passerà la fame.
OTT. Ma il vostro cuoco tornerà a cucinare.
COR. Oggi da noi non si desina più.
COR. Nemmeno.
OTT. I forestieri come faranno?
OTT. E voi altri di casa non mangerete niente?
COR. Per oggi beveremo la cioccolata.
OTT. La tornerò a bevere ancora io.
COR. Or che ci penso, anche la cioccolata è in fumo.
OTT. Dunque?
COR. Dunque qui non si mangia, qui non si beve.
COR. Licenziati e spediti.
COR. Senza remissione.
OTT. Andiamo. Era venuto qui per la compagnia, non era venuto qui per mangiare. A casa mia non mi manca da desinare. Arlecchino, va subito a scannare due o tre capponi. Schiaccia il capo a sei piccioni, ammazza dodici quaglie del mio serbatoio. Avvisa il cuoco che presto presto tiri la pasta per un pasticcio, e prepari una lauta cena; e voi, Corallina, fate sapere alla compagnia del signor Pantalone, che in casa mia vi sarà da cena per tutti. (parte)
ARL. Siora sì, diseghe a tutti che i vegna dal mio padron, che ghe sarà da cena per tutti, se i ghe ne porterà. (parte)
COR. Gli scrocconi non torneranno più. Conosceranno che non si vogliono. Se ho da esser io la padrona, vo’ risparmiare, e quello che vorrebbono mangiar gli altri, lo vo’ riserbare per me.