FLO.
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Conosco
che son debole nelle occasion fatali,
Ma
già non vi è pericolo, promessi ho i miei sponsali;
E
fuor del matrimonio con cui legasi ad uno,
L'onestà mi consiglia di non curare alcuno.
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CON.
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Permettami,
madama, l'accesso nel suo tetto,
Per
darle un testimonio di stima e di rispetto;
E
insiem per esibirle in questo ermo ritiro
La servitù divota, che consacrarle aspiro.
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FLO.
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Signor,
troppo cortese, troppo gentil voi siete.
Ehi, da seder. Vi prego. (fa cenno al Conte che sieda)
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CON.
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Ma non vorrei...
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FLO.
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Sedete. (siedono)
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CON.
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Lunga stagion godremo l'onor del vostro aspetto?
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FLO.
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Nol
saprei dir. Finora qui trovo il mio diletto.
Piacemi
di star sola, e qui per verità
È
luogo tal, che vivere mi lascia in libertà.
(Capisca, ch'io non voglio conversazion frequente). (da
sé)
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CON.
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(Ella
non mi gradisce. Lo dice apertamente).
Veramente,
signora, la libertà è un gran bene.
Gran
mondo in questo sito a villeggiar non viene.
Anch'io
godo il ritiro, de' miei studi invaghito,
Però
sempre non piacemi il viver da romito.
L'ore
divido in guisa che parte se ne dia
Ai numi, agl'interessi, al studio e all'allegria.
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FLO.
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La
partizione è giusta per voi che saggio siete,
Che
avete i vostri affari, che libri conoscete.
Per
me, trattone il tempo che al ciel donar conviene,
Nella mia solitudine ritrovo ogni mio bene.
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CON.
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Perché
la solitudine se tanto voi amate
A chiudervi in ritiro per sempre non andate?
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FLO.
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Lo
farei di buon core, se farlo ora potessi
Se ad altri per ventura legata io non m'avessi.
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CON.
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Dunque avete marito.
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FLO.
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L'ebbi, ma è trapassato.
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CON.
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Siete vedova.
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FLO.
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A un altro ho l'amor mio impegnato.
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CON.
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Altro
che solitudine è quel che vi diletta!
Vi
spiace, a quel ch'io sento, di vivere soletta.
Se
il primo laccio infranto, cercaste anche il secondo,
È segno che vi piace il vivere del mondo.
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FLO.
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Eppure avea fissato non mi legar mai più.
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CON.
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Eh,
chi è amico d'amore, amico è di virtù.
Questa
passion, per cui opera il mondo e dura
Insita
è nei viventi, effetto è di natura.
Aman
gli augelli e i pesci, aman le belve anch'esse,
Son
per amor feconde fino le piante istesse.
E
noi, che d'alta mano siam l'opera migliore,
Ricuserem
gl'impulsi seguir d'onesto amore?
No,
no, non vi pentite d'aver due volte amato;
Se
mancavi il secondo, il terzo è preparato.
È
pur la bella cosa goder sino alla morte
La dolce compagnia d'amabile consorte!
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FLO.
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Ma voi da tal fortuna vivete ancor lontano.
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CON.
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È
ver, cercai finora d'accompagnarmi invano.
Colpa
del mio difficile strano temperamento,
Che
dubita del laccio non essere contento.
Non
ho trovato ancora donna di genio mio;
Subito ch'io la trovo, entro nel ruolo anch'io.
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FLO.
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Che mai richiedereste per essere felice?
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CON.
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Non
più di quel che giova, non più di quel che lice
Una
di cuor sincero, d'amor tenero e puro,
Di
cui senza pensieri potessi andar sicuro:
Che
mi lasciasse in pace, amando star soletto,
Che
meco alle ore debite gioisse in dolce aspetto:
Capace
la famiglia a reggere da sé,
Ma
che sapesse insieme dipendere da me:
Che
unisse alla modestia la placida allegria,
E
al nobile costume la saggia economia:
Che
si lasciasse al bene condur senza fatica,
Amante del marito, o per lo meno amica.
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FLO.
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E voi colla consorte qual essere vorreste?
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CON.
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Studierei
secondarla nelle sue voglie oneste.
La
lascierei padrona de' suoi divertimenti,
Arbitra
di trattare gli amici ed i parenti.
Disposta
alle occasioni di fare a modo mio,
Sarei a compiacerla pronto e disposto anch'io.
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FLO.
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Un maritaggio simile sarebbe una fortuna.
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CON.
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Spero
fra tante un giorno di ritrovar quell'una.
Voi
che di due provaste il dolce amor giocondo,
Foste contenta almeno?
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FLO.
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Vi dirò: del secondo
Sposa
non sono ancora. Ebbi da lui la fede,
Egli da me l'ottenne.
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CON.
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Dov'è, che non si vede?
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FLO.
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Alla guerra.
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CON.
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Alla guerra? Andarvi ad impegnare
Con
uno a cui sovrasta l'evento militare?
Si
vede che bramate di vivere disciolta,
Cercando di esser vedova sì presto un'altra volta.
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FLO.
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A tutti i militari presta non è la morte.
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CON.
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È
ver, tornerà vivo, sarà vostro consorte.
Verrà
di gloria pieno a porgervi la mano,
Ma tornerà ben presto ad esservi lontano.
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FLO.
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Se
della mia elezione, signor, mi condannate,
A sciogliere l'impegno con lui mi consigliate.
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CON.
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Questo
no: vi consiglio anzi a serbar costante
La
fè che prometteste al sposo militante.
Ei
tornerà fastoso dei conquistati allori,
A
riposare in seno dei sospirati amori,
E
voi, tenera sposa, sarete il bel conforto
D'un
sposo affaticato, ferito e mezzo morto.
Vi
sederete appresso del povero marito
Dai
bellici disagi oppresso, illanguidito,
E
passerete il tempo invan nei dì primieri
Sentendol
ragionare dell'armi e dei guerrieri.
E
quando in nuove forze d'amor gl'inviti ascolta,
Al suon degli oricalchi vi lascia un'altra volta.
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FLO.
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Dunque sarò infelice a tal consorte unita?
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CON.
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Dei
militar codesta suol essere la vita.
Ma
voi che saggia siete, sapreste uniformarvi,
E vano dopo il fatto sarebbe il consigliarvi.
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FLO.
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Signor
coi detti vostri in luogo di recarmi
Conforto, più che mai cercate rattristarmi.
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CON.
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No,
no, scherzai finora. Verrà lieto e brillante
Lo
sposo a rivedervi. Amatelo costante.
Anzi
della tristezza, che vi occupa il respiro,
Di
liberarvi in parte, di sollevarvi aspiro.
Quando
verrà dal campo trionfator del nemico
Il
vostro amato sposo, gli voglio essere amico;
E
vuò che mi ringrazi di aver rasserenato
Il
volto della sposa per esso addolorato.
Vuò
che vi veda il mondo più ilare d'aspetto,
Vuò
che gioite meco, costante al primo affetto.
Vano
timor non prendavi, ch'io vi divenga audace
Dell'allegria
son vago, ma l'onestà mi piace.
Se
vi vedessi infida lontana al caro sposo,
Sarei
co' miei rimproveri molesto e rigoroso.
Non
dico che quegli occhi mi sieno indifferenti,
Ma
pieno ho il cuor in petto di onesti sentimenti:
Libera,
mi potreste innamorar fors'anco,
Ma
siete altrui legata, al mio dover non manco.
Fidatevi
di un uomo, che a voi riserba in petto
Col più onorato impegno, la stima ed il rispetto.
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FLO.
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(Tanto
promette, e tanto parmi sincero e onesto.
Che i generosi inviti a secondar mi appresto). (da sé)
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CON.
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Fra
i miei piaceri usati, che non son pochi invero,
Piacemi
il delizioso mestier del giardiniero.
Ed
or che primavera alle delizie invita,
Di
fiori peregrini ripiena ho la fiorita.
Deh,
non vi sia discaro vederla, ed onorarmi
Di vostra approvazione, di cui vuò lusingarmi.
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FLO.
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Verrò, verrò, signore.
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CON.
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Questo verrò lo dite
In
aria melanconica. Alzatevi, e venite. (s'alza)
È
l'ipocondria un male che superar conviene,
E
più che vi si pensa, peggiore ognor diviene.
Animo;
fate forza in questo punto istesso
Della
tristezza vostra a superar l'eccesso.
Quanto
sarete presta ad aggradir l'invito,
Tanto
più il favor vostro mi riuscirà compito.
Alle
mie preci umili voi resistete invano:
Andiam, signora mia, porgetemi la mano.
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FLO.
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Eccomi ad obbedirvi. (s'alza)
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CON.
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Così mi consolate.
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FLO.
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Signor, che d'altri io sono però non vi scordate.
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CON.
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Son cavalier d'onore, conosco il dover mio.
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FLO.
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(Ah voglia il ciel pietoso, che lo conosca anch'io!) (partono,
servita donna Florida dal Conte)
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