Carlo Goldoni
Il cavaliere di spirito

ATTO TERZO

SCENA SECONDA   Don Claudio  e la suddetta; poi Servitori.

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SCENA SECONDA

 

Don Claudio  e la suddetta; poi Servitori.

 

CLA.

Madama, ho già risolto troncar la mia dimora,

Vengo per riverirvi, e licenziarmi or ora.

FLO.

Udiste il caso strano del povero mio sposo?

CLA.

Intesi ch'ei ritorna in patria vittorioso.

FLO.

È ver, ma le sue glorie non mi rallegran molto;

Egli ha perduto un occhio, e difformato ha il volto.

CLA.

(L'arte di lui comprendo, facciam dunque la prova) (da sé)

Capisco che vi deve affliggere tal nuova.

L'amor che a lui vi lega, lo brama a voi vicino;

Ributta una consorte l'orror del suo destino.

Se foste a lui congiunta, vosco l'avreste ognora:

Buon per voi, che sposata non vi ha don Flavio ancora.

FLO.

Ma la giurata fede non val più dell'anello?

CLA.

È ver, ma l'infelice oggi non è più quello.

Voi prometteste a un uomo di geniale aspetto:

Reso difforme in volto, può meritare affetto?

Se meritar lo puote la sua virtù, lo credo:

Voi pur di virtù piena ancor l'amate, il vedo.

Ma siete voi sicura d'amarlo ognor vicino

Ad onta dell'insulto che fecegli il destino?

Espor la vostra pace vorrete al pentimento,

Or che dispor potete con libero talento?

Sareste un'infelice, e tal sarebbe ei stesso,

Geloso con ragione, sofistico all'eccesso;

E della pietà vostra cortese al di lui stato,

In mezzo ai benefici vi diverrebbe ingrato.

Pur troppo van le donne incontro a mille affanni,

E crescono le noie col crescere degli anni;

Ma almen par che più tardi la femmina si penta,

Quando d'aver goduto un giorno si rammenta.

Ma se nel dar la mano a piangere è sforzata

Come sperar può mai godere una giornata,

E come compatita può mai esser dal mondo,

Chi vuol sagrificarsi delle sventure al pondo?

La compagnia, direte, di un uom discreto e saggio

Può rendere felice qualunque maritaggio;

Ma dicovi, signora, che amor prende partenza,

Quando non vi si unisca un po' di compiacenza.

Bello godersi un sposo, senza poter mirarlo!

Soffrirlo colle piaghe, e aver da medicarlo!

Parlovi non per brama che mia voi diveniate;

Da me, sprezzato a torto, amor più non sperate.

La carità mi sprona a dir mio ;

La femmina ostinata risolva a suo talento.

FLO.

Dunque la mia promessa più in suo favor non regge?

CLA.

Siete per tal evento assolta da ogni legge.

Il povero don Flavio, che il volto ha rovinato,

Chiamasi legalmente un uomo mutilato,

E la mutilazione de' membri principali

È causa sufficiente per sciogliere i sponsali.

Non sciolgonsi egualmente per un puzzor di fiato,

Per qualche imperfezione scoperta in qualche lato?

Non dico che i sponsali si sciolgan de praesenti:

Ma in quelli de futuro van sciolti i contraenti.

FLO.

Ma un torto manifesto sarà sempre allo sposo.

CLA.

Secondo che l'intende chi cerca il suo riposo.

Può darsi ch'egli stesso per questo vi avvertisca;

Che brami esser disciolto, e dirlo non ardisca.

Credete voi ch'ei voglia andar contro al pericolo,

Sposandosi in tal stato, di rendersi ridicolo?

Conoscerà se stesso, saprà i doveri suoi,

Ma un qualche eccitamento aspettasi da voi.

FLO.

Che mi consigliereste di fare in tal periglio?

CLA.

Signora io non son nato a porgervi consiglio.

E poi di un uom che invano serbovvi un l'affetto,

Potrebbe ogni consiglio parere a voi sospetto.

FLO.

Non dico che vi creda tutto quel che mi dite;

Ma voglio il parer vostro.

CLA.

Per obbedirvi, udite.

Io scriverei un foglio a lui con tenerezza,

Spiegando del suo caso il duolo e l'amarezza.

Direi che siete pronta ad esser sua consorte,

Che certo l'amerete ancor fino alla morte;

Ma che nel rimirarlo tanto difforme, e tanto,

Sarà perpetuamente cagion del vostro pianto.

Che in vece di godere col sposo i felici,

Sarete insiem congiunti due miseri infelici.

Però che dell'amore e dell'impegno ad onta

A sciogliervi per sempre da lui sarete pronta;

E che lo consigliate per suo, per vostro bene,

Anch'egli dal suo canto a scioglier le catene.

FLO.

E s'ei nega di farlo? E se mi chiama ingrata?

E se alla data fede pretendemi obbligata?

CLA.

Allor sta in vostra mano miglior risoluzione.

Volendo esser disciolta, vi assiste la ragione.

Ma risolvete presto, prima che venga ei stesso.

FLO.

Orsù, son persuasa vuò risolvere adesso.

Ehi! da scriver recate. (alla scena)

CLA.

(Spero averla acquistata). (da sé)

FLO.

(Chi sa ch'io non mi veda col Conte accompagnata). (da sé. Servitori portano da scrivere)

CLA.

Corte parole e buone. Ogni rispetto è vano.

FLO.

A scrivere mi provo. Ah! tremami la mano.

Sposo mio dilettissimo.

CLA.

Oibò, troppo gentile.

FLO.

Egli mi diè, scrivendomi, un titolo simile.

CLA.

No, no, dite: don Flavio.

FLO.

Mi sembra troppo amaro.

CLA.

Raddolcitelo un poco.

FLO.

Dirò: don Flavio caro.

CLA.

Ben ben, come volete. Indifferente è questo;

Basta che vi tenghiate men tenera nel resto.

FLO.

Lasciatemi formare il foglio intieramente,

E poi lo leggerete.

CLA.

Dirò sinceramente.

FLO.

(Il passo è un po' difficile, ma meno mi rattrista,

Del conte don Roberto pensando alla conquista). (da sé; si pone a scrivere)

CLA.

(Se l'amico vedesse ch'io son quel che la guida

Oh sì mi chiamerebbe furente alla disfida.

Ma s'egli è un uomo d'armi, ho da temer? Perché?

Conosco anch'io la spada. Viltà non regna in me.

E se rimproverarmi vorrà di tradimento,

Dir posso, che da lui offeso anch'io mi sento.

Io l'introdussi in casa di lei da me adorata,

Con arte e con inganno anch'ei me l'ha levata;

Siam tutti due del pari, e in ordine all'amore

Non dee chi ha più fortuna chiamarsi traditore). (da sé)

FLO.

Ecco finito il foglio. Leggete quel ch'io scrissi.

CLA.

(Legge piano)

Brava, diceste ancora di più di quel ch'io dissi.

Questo gentil rimprovero è a tempo caricato,

Don Flavio certamente sarà disingannato.

Piegatelo, e si mandi per il corriere istesso.

FLO.

Attende la risposta fra le mie soglie un messo.

CLA.

Tanto meglio. Facciamo che subito si parta.

FLO.

Eccolo chiuso; ed ecco a lui la sopraccarta.

CLA.

Datelo a me.

FLO.

Di fuori vedrete il messo a posta.

CLA.

Farò ch'egli solleciti a dargli la risposta.

FLO.

Don Claudio, il vostro zelo mi obbliga sommamente.

(Ma se mercede ei spera, da me non avrà niente). (da sé)

CLA.

Venne il consiglio mio da un animo sincero.

(Almen per questa via di conseguirla io spero). (da sé, e parte)

 

 

 


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