Carlo Goldoni
Il cavaliere di spirito

ATTO TERZO

SCENA OTTAVA   Donna Florida, poi Don Flavio.

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SCENA OTTAVA

 

Donna Florida, poi Don Flavio.

 

FLO.

È vero, lo confesso, pur troppo sono avvezza

Gli affetti, le passioni, cangiar per debolezza.

A ragion mi riprende il Cavalier gentile;

Soffro da' labbri suoi la riprensione, umile.

Se mi vuol sua il destino, se mi fa sua la sorte,

Vedrà se amor io nutro di stabile consorte;

E se don Flavio istesso mi avrà compagna al fianco,

Fida sarò e costante al mio dover non manco.

Ah, che vederlo aspetto giungere a me dinante

Colla pupilla infranta, orribile in sembiante.

Ed io dovrò soffrire averlo per marito?

FLA.

Perfida! (a donna Florida)

FLO.

Oh dei! che miro?

FLA.

Voi mi avete tradito.

FLO.

Oimè, siete una larva, o il mio don Flavio istesso?

FLA.

Sì che don Flavio io sono, ma non più vostro adesso.

FLO.

L'occhio...

FLA.

Le mie pupille voi trafiggeste, ingrata,

Allor che per mio danno vi ho ingiustamente amata.

Non dei nemici il foco mi ha lacerato il volto,

Ma voi mi laceraste il cor nei lacci colto.

Ambe le luci ho ancora per scorgere dappresso

Di sposa ingannatrice il più orribile eccesso.

Ecco nel foglio ingrato il testimon sincero (mostra il foglio)

D'un'alma senza fede, di un cor perfido e nero.

Bella pietà di sposa al misero dolente!

Ecco il dolor da cui ferito il cuor si sente!

A un amator, che mostra di chiederle mercede,

La libertade in premio di sciogliersi richiede.

Perfida, siete sciolta, di voi più non mi curo,

Ma contro il mio rivale di vendicarmi io giuro.

Cadrà il conte Roberto vittima del mio sdegno...

FLO.

Ah signor, v'ingannate...

FLA.

Sì, morirà l'indegno.

FLO.

D'un cavaliere onesto il ver mal conoscete.

FLA.

Tanto più è reo di morte, quanto più il difendete.

Cadrà sugli occhi vostri, cadrà, lo giuro al cielo.

FLO.

Ma se innocente è il Conte!

FLA.

Conosco il vostro zelo,

L'amor che a lui vi lega, sì, barbara, comprendo.

Difendetevi entrambi.

FLO.

Son rea, non mi difendo.

Conosco di un indegno i rei consigli e l'onte;

Chi vi tradì è un rivale, ma non è questi il Conte.

FLA.

E chi sarà?

FLO.

Don Claudio.

FLA.

Don Claudio è un fido amico.

.

È un traditore, è un empio, e con ragione il dico.

FLA.

Chi vergò questo foglio?

FLO.

Io lo segnai: lo veggo.

FLA.

Dunque la traditrice in queste note io leggo.

Sia pur chi esser si voglia il complice malnato,

Andrò di qua lontano, ma non invendicato.

Mi pagherò nel sangue i scorni, i danni e l'onte.

Sì, lo protesto, il giuro. Ha da morire il Conte. (parte)

 

 

 


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