Le mie pupille voi trafiggeste, ingrata,
Allor
che per mio danno vi ho ingiustamente amata.
Non
dei nemici il foco mi ha lacerato il volto,
Ma
voi mi laceraste il cor nei lacci colto.
Ambe
le luci ho ancora per scorgere dappresso
Di
sposa ingannatrice il più orribile eccesso.
Ecco
nel foglio ingrato il testimon sincero (mostra il foglio)
D'un'alma
senza fede, di un cor perfido e nero.
Bella
pietà di sposa al misero dolente!
Ecco
il dolor da cui ferito il cuor si sente!
A
un amator, che mostra di chiederle mercede,
La
libertade in premio di sciogliersi richiede.
Perfida,
siete sciolta, di voi più non mi curo,
Ma
contro il mio rivale di vendicarmi io giuro.
Cadrà il conte Roberto vittima del mio sdegno...
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