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CON. |
Venga pur d'ira acceso il militar tremendo, Lo voglio senza caldo attendere sedendo. (siede) Se poi vuol far il pazzo, e il suo dover scordarsi Di me può darsi ancora ch'egli abbia a ricordarsi. |
FLA. |
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CON. |
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FLA. |
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CON. |
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FLA. |
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CON. |
Voglio? Così parlate a un galantuom mio pari? Perché, signor don Flavio, perché quei detti amari? |
FLA. |
Voi pur foste ingannato dal menzognero avviso; Vi ho colto, vi ho scoperto entrambi all'improvviso. |
CON. |
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FLA. |
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CON. |
Stimo assai donna Florida; la comoda occasione M'indusse colla dama a far conversazione. |
FLA. |
Non credo a un menzognero. |
CON. |
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FLA. |
Parlandovi in tal guisa, al mio dover non manco. |
CON. |
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FLA. |
Provvedetevi tosto di un ferro, e qui vi aspetto. |
CON. |
Sì signor, volentieri. Questa disfida accetto. Ci batteremo insieme ognor che voi vorrete; Ma discorriamo in prima. Signor alfier, sedete. |
FLA. |
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CON. |
Temete che vi fugga un uom della mia sorte? Credete ch'io vi tema di me più franco e forte? Di lungo v'ingannate. Voglio che ci proviamo. Ma prima senza caldo sedete, e discorriamo. |
FLA. |
Questa indolenza vostra più m'altera e m'accende. Un uom del mio coraggio dimora non attende: O armatevi di ferro velocemente il braccio, O disarmato ancora con voi mi soddisfaccio. |
CON. |
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FLA. |
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CON. |
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FLA. |
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CON. |
Fermati, o tu sei morto. (si alza, mettendo mano a una pistola) |
FLA. |
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CON. |
Come! avventar la spada contro un uom disarmato? |
FLA. |
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CON. |
Accetto la disfida. (don Flavio rimette la spada) Ora il signor alfiere permetterà ch'io rida. |
FLA. |
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CON. |
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FLA. |
Me soverchiar pensate? |
CON. |
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FLA. |
Ebben, che avete a dirmi? |
CON. |
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FLA. |
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CON. |
Bravo. Parliamo un poco. Poi battermi prometto. Voi altri avvezzi sempre ad impugnar l'acciaro, Credete che nessuno vi possa star al paro. Ci proverem, signore, ma ragioniamo un poco, |
FLA. |
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CON. |
Lo soffrirete in pace, infin che avrò finito. |
FLA. |
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CON. |
Ora non siamo in armi. Amico ora vi voglio. Trattiam di quel che preme, e il dir poi terminato, |
FLA. |
(Che sofferenza è questa!) (da sé) |
CON. |
Ch'io sia vostro rivale fitto vi avete in testa; Vi proverò che tale non sono ad evidenza. Sposate donna Florida in pace, in mia presenza. Se amassi il suo sembiante, se mia volessi farla, Credete che vilmente giungessi a rinunziarla? Se battere s'abbiamo senza ragione alcuna, Almen vorrei col ferro tentar la mia fortuna; E dir, se al mio rivale mi riesce di dar morte, Sarò di donna Florida più facile il consorte. Ma la rinunzio in prima, sposatela, vi dico Poi la disfida accetto. Questo è parlar d'amico. Questo è quell'onor vero, che un cavalier dichiara: Al campo solamente a viver non s'impara. La spada non s'impugna per uso e per baldanza: Un uom non si assalisce inerme in una stanza. E meglio intendereste, signor, la mia ragione, Se prima aveste avuto miglior educazione. Ma non andiam tentando l'ire focose ultrici, Passiamo ad altre cose, parliamoci da amici. Voi giudicate ingrata la sposa vostra, il veggio, Sarebbe colpa vostra, se fatto avesse peggio. Chi v'insegnò dipingervi sì sfigurato in viso? Perché dare a una donna sì stravagante avviso? Ciascun cerca di rendersi della sua bella al cuore Più amabile che puote, per meritar l'amore. Per comparir più vago l'amante fa di tutto; E voi perché studiare di comparir più brutto? Credeste voi col merito di farla a voi costante? Quel che alla donna piace, credete, è un bel sembiante; E a sposa non legata è un brutto complimento Il dire, il vostro sposo è un uom che fa spavento. Volete esser sicuro, se v'ami o se non v'ami? Provate se al presente ricusa i suoi legami. S'ella sposarvi è pronta, or che tornaste sano, È segno che temeva un volto disumano; E se disfigurato diceva, io non lo voglio, La colpa non è sua, ma sol del vostro foglio. Voi di tentarla ardiste con modo inusitato, Forse da un falso amico all'opra consigliato. Don Claudio amolla un tempo, e l'ama ancora adesso; Fin qui venne a tentarla il vostro amico istesso; E per staccarla forse da voi, formò il disegno Di rendervi geloso, di porvi in un impegno. Si valse il sciagurato di me, che civilmente Mi offersi di trattarla in villa onestamente. Per altro il mio costume a tutti è già palese, Prendete informazione di me per il paese; E vi dirà ciascuno, che sono un uom d'onore, Che a tutti fo del bene, potendo, di buon core. E il ragionar ch'io faccio con voi placidamente Dopo gl'insulti vostri, vi mostra apertamente Che l'onor di una dama mi accende il cuor sincero, Che parlo per giustizia, e per amor del vero. Se di ragione avete nella vostr'alma il lume, Se barbaro non siete per uso o per costume, Convinto esser dovete, per quel che vi si mostra, Che debole è la sposa, ma che la colpa è vostra Giustificato appieno l'onor che in me s'annida, |
FLA. |
No, Conte, non pretendo altra soddisfazione Da voi, se non che pongasi lo sdegno in oblivione. Son soddisfatto appieno da ciò che voi diceste, Conosco il vostro zelo, le vostre mire oneste. Se dell'insulto fattovi bramate una vendetta, A me col ferro in pugno rispondere s'aspetta. Verrò, se il pretendete, per obbligo al cimento, |
CON. |
Se parvi ch'io non meriti di essere maltrattato, La vostra confessione mi basta, e son calmato. Son pronto, se bisogna, ad ogni fier cimento, Ma battermi non godo per bel divertimento. |
FLA. |
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CON. |
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FLA. |
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CON. |
Ed ora? |
FLA. |
Ed or l'amore s'è in odio convertito. |
CON. |
Perché? |
FLA. |
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CON. |
Se donna fedelissima trovar vi lusingate Senza difetto alcuno, amico, v'ingannate. Prender conviene al mondo quel che si può, e star cheto. Sposando donna Florida, potete viver quieto: Un po' di debolezza in lei s'annida, il veggio, Ma trovereste alfine in altre ancor di peggio. Ella volea lasciarvi, temendovi imperfetto; Quant'altre fan lo stesso con vago giovinetto? Alfin non è sposata, con lei non siete unito; Quant'altre non si trovano, che lasciano il marito? Non dico che l'esempio di pessime persone Nei loro mancamenti giustifichi le buone, |
FLA. |
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CON. |
Riflettere conviene, se alcun l'ha consigliata. |
FLA. |
Fosse don Claudio autore del duplicato imbroglio? Ei mi recò sollecito colle sue mani il foglio. Ei consigliommi a fingere, a starmi ritirato: Di amante a donna Florida egli è che vi ha accusato. Se falsamente il disse, se è menzognero in questo, |
CON. |
Amico, io vi consiglio di moderare il foco. Chi col furor si accieca, chi corre in troppa fretta Suol la ragion sovente smarrir della vendetta. Prima di vendicarsi di un torto, di un disgusto Esaminar conviene se il sospettar sia giusto; Cercar per altra strada la sua soddisfazione, Provar se l'avversario vuol renderci ragione, E far che sia la spada quell'ultimo cimento Con cui l'onore adempia il suo risentimento. Pensiamo che la vita nel mondo è il primo bene; Per ogni lieve incontro sprezzarla non conviene: Quando l'onor il chieda, dee cimentarsi, il so, Ma incontro alle sventure, più tardi che si può. Non basta il dir, son bravo, non basta il dir, son forte; Si va sempre, battendosi, incontro a dubbia sorte. Voi altri militari so che il valor vantate, Vincete cento volte, ed una ci restate. Si ha da morir? si mora, ma almen da buon soldato; Morir da valoroso, e non da disperato. Chi muor per una donna, sapete cosa acquista? Quella iscrizion graziosa, che in lapide fu vista: |