Carlo Goldoni
L'adulatore

ATTO TERZO

SCENA QUATTORDICESIMA

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SCENA QUATTORDICESIMA

 

Donna Elvira, quattro Gabellieri e detti.

 

ELV. Signore, eccomi a’ vostri piedi. Il povero mio marito pena in carcere ingiustamente. A pretesto di processarlo si tien ristretto tra’ ferri, e il suo processo in due parole si forma. Egli è imputato di contrabbandi; ma chi l’accusa? V’è alcun gabelliere, che lo quereli? Eccoli qui. Interrogateli. Niuno è inteso di questo fatto; niuno può lagnarsi di don Filiberto; tutti sanno la sua onoratezza. Vi è nessun che oltre i pizzi fatti venir per mio uso, possa imputargli una minima contravvenzione? Chi lo ha mai denunziato? Chi mai lo ha trovato mancante nel rispetto al Sovrano, e nel dar i diritti alla Curia? Sapete qual è il delitto di don Filiberto? Qual è l’accusatore che lo querela? Il suo delitto è una moglie onorata, il suo accusatore è un ministro adulatore, lascivo. Don Sigismondo è di me invaghito. Cercò allontanar mio marito coll’apparente titolo di buon amico. Non gli riuscì; diede mano alla calunnia, alla crudeltà. Spera di avermi, o colla forza, o colle lusinghe; ma il traditore s’inganna. Mio marito è innocente: ecco testimoni della sua innocenza quelli che, se reo egli fosse, esser dovrebbero i suoi avversari. O rilasciatelo dalle carceri, se credete giusto di farlo, o io stessa anderò alla Corte, mi farò intendere, domanderò al Sovrano quella ragione, quella giustizia, che mi viene negata da un suo ministro, accecato da un perfido adulatore.

SANC. Conte mio, in che imbarazzo mi trovo!

CON. Questo vostro segretario vi ha circondato con una serie d’iniquità.

SANC. Voi altri, che siete i direttori delle gabelle, che cosa dite?

GAB. Il nostro decoro vuole che informiamo la Corte non avere noi parte alcuna in questo fatto, e che rispetto a noi, la carcerazione di don Filiberto è una manifesta impostura. Io poi, che so tutta l’istoria di don Sigismondo con donna Elvira, farò sapere la verità.

SANC. Questa macchina si può rovesciare addosso di me.

CON. Assolutamente, vi può far perder il credito. Sapete quante volte per un cattivo ministro si sono precipitati degli onestissimi iusdicenti.

SANC. Dite bene. Conosco anch’io che don Sigismondo è stato un mio traditore. Che mai mi consigliereste di fare?

CON. Vi consiglierei far scarcerare subito don Filiberto, e mettere in ferri don Sigismondo.

SANC. Ehi, chiamatemi il bargello.

 

 

 


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