Carlo Goldoni
Il conte Chicchera

ATTO PRIMO

SCENA QUINTA Don Ippolito e Madama, poi Cavallina

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SCENA QUINTA


Don Ippolito e Madama, poi Cavallina


MAD.

(Quanto è scaltra costei!)

IPP.

Tenuto io sono

Alla vostra bontà.

MAD.

Voi non avete

Obbligazion veruna;

Quel ch’io faccio, signor, lo fo di core.

IPP.

(Ah, nel seno aumentar sento l’ardore).

CAV.

Signora, una parola. (a Madama)

MAD.

Con licenza. (ad Ippolito, accostandosi a Cavallina)

CAV.

(Il signor conte Chicchera

Premura ha di partir). (piano a Madama)

MAD.

Sì, vengo subito. (a Cavallina)

Deh, signor, compatite.

Ho un’acerrima lite

Che mi sta assai sul core,

Ed è venuto il mio procuratore.

IPP.

Dunque me ne anderò.

MAD.

Chiedo perdono.

IPP.

Della vostra bontà sicuro io sono.

Tornerò, se vi aggrada.

MAD.

Mi farete piacere al maggior segno.

IPP.

Sì, Madama, il mio cor vi lascio in pegno.


Amor dal petto

Mi trasse il core;

Un dolce affetto,

Un bell’ardore

Mi riempie l’anima,

M’infiamma il sen.

Deh, non m’inganni

La mia speranza;

I crudi affanni

Dell’incostanza,

Deh, non m’aspergano,

Del rio velen. (parte)





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