Carlo Goldoni
Il conte Chicchera

ATTO PRIMO

SCENA SETTIMA Madama, poi il Conte Chicchera

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SCENA SETTIMA


Madama, poi il Conte Chicchera


MAD.

Io così mi diverto.

Godo veder languire or quello, or questo:

Ma per innamorarmi è ancora presto.

CON.

(Guardandosi nello specchio, accomodandosi la parrucca, e facendo poscia una pirolette)

MAD.

(Bella caricatura!)

CON.

Madame, de tout mon cour

Je suis vostre tresumble servitour.

MAD.

Serva del signor Conte.

CON.

Hélas, Madame,

Se vi sdegnate di parlar francese,

Farete mormorar tutto il paese.

Ah, che la langue francese

Est jolie et charmante.

MAD.

Con vostra buona pace,

Balbettar non mi piace

In lingua oltramontana.

Il parlar italiano è buono e bello:

L’intendo meglio, e vuò parlar con quello.

CON.

Madame, tout que vous plait.

MAD.

Per cortesia,

O parlate italiano, o andate via.

CON.

Ma io sono avvezzato

A parlare così.

MAD.

Dite, di grazia,

Dove siete voi nato?

CON.

In Lombardia.

MAD.

Dunque, acciò non vi dicano

Un francesin bastardo,

Io vi consiglio a favellar lombardo.

CON.

Farò come vi aggrada.

Tutto soffrir conviene

Per quel caro visin che mi vuol bene.

MAD.

O chi è che vi vuol ben?

CON.

Voi; già lo so.

MAD.

Io? Ho paura di no.

CON.

Ma perché mai?

MAD.

Perché ancora nessuno io non amai.

CON.

Me l’avete pur detto,

Che mi volete ben.

MAD.

L’ho detto, è vero;

Ma la donna talor cangia pensiero.

CON.

Ah Madame!

MAD.

Ah monsieur!

CON.

Per carità,

Mi volete voi ben?

MAD.

No, in verità.

CON.

No?

MAD.

Vi dico di no.

CON.

No, Madame? (languente)

MAD.

No, monsieur.

CON.

Oimè! volete

Che a disperarmi io vada?

MAD.

Ve ne volete andar? Quella è la strada.

CON.

Ah crudel! (in atto di partire)

MAD.

Dove andate?

CON.

A morir.

MAD.

A morir? Eh via, restate.

CON.

Mi volete voi ben?

MAD.

Potrebbe darsi.

CON.

Cara, sì, lo conosco.

Vi prendeste di me spasso e sollazzo.

Sì, mi volete ben. (saltando)

MAD.

(Oh che bel pazzo!)

CON.

Deh, mai più non mi dite...

MAD.

Voglio dir quel ch’io voglio, e voi soffrite.


Voglio dir quel che mi piace,

Voglio amar quando mi par.

Oggi sì, domani no;

E rimproveri non vuò.

Se vi faccio una finezza,

Non vi state a lusingar;

Se vi parlo con asprezza,

Voi l’avete a sopportar.

Oh quest’è bella,

Oh quest’è buona!

Sono padrona - di corbellar.

E voglio dire

Quel che mi par. (parte)





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