Carlo Goldoni
Il conte Chicchera

ATTO PRIMO

SCENA NONA Cavallina e detti

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SCENA NONA


Cavallina e detti.


CAV.

Eccomi qui.

MAN.

(Fammi il piacer. Va via). (piano a Cavallina)

CAV.

(Per qual ragione?) (piano a Mantecca)

CON.

Vattene, e cedi il loco al tuo padrone. (a Mantecca)

MAN.

Oh, questa sì ch’è bella! (con isdegno)

CON.

Vattene, temerario.

MAN.

Favorisca di darmi il mio salario.

CON.

Eh, lasciamo gli scherzi.

CAV.

(È un brutto scherzo.

Lo compatisco affé!) (da sé)

CON.

Cavallina ha piacer di star con me. (a Mantecca)

Non è ver? (a Cavallina)

CAV.

Sì, signore.

MAN.

Una serva ha da star col servitore.

Non è così?

CAV.

Hai ragione,

Ma vi vuole un tantin di discrezione.

MAN.

Come sarebbe a dire?

CAV.

Un po’ per uno.

So il mio dovere, e non v’è male alcuno.

CON.

Hai capito?

MAN.

Ho capito.

CON.

Vattene.

MAN.

Ma perché?

CON.

Perché adesso il suo cuor non è per te.

Ella, per quel ch’io vedo,

Dalla padrona impara,

Or dolce, ed or amara,

Cangiarsi ognor così,

Ora il no pronunciando, ed ora il sì.

Non è vero?

CAV.

È verissimo.

MAN.

Per me che cosa dici?

CAV.

Ora ti dico un no.

MAN.

Quando è il tempo del sì, ritornerò:

Ti prego d’avvisarmi

Quando sarai disposta,

E verrò a ritrovarti per la posta.


Signor padrone,

Mi compatisca.

Si divertisca

Quanto gli par.

Ragazza bella,

Mi raccomando.

Ditemi quando

Ho da tornar.

(Sia maledetto!

A mio dispetto

Me n’ho d’andar).

Signor padrone,

Per carità. (al Conte)

Adessadesso

Ritorno qua. (a Cavallina)

Senza il mio core non posso star.

Non vedo l’ora di ritornar. (parte)





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