Carlo Goldoni
Il conte Chicchera

ATTO PRIMO

SCENA QUATTORDICESIMA Fabrizio e la suddetta

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SCENA QUATTORDICESIMA


Fabrizio e la suddetta.


FABR.

Vi domando perdono,

Se ritornato a incomodarvi io sono.

MAD.

Anzi mi fate grazia.

Ma se così repente

Siete a me ritornato,

Qualche forte ragion vi avrà guidato.

FABR.

Ah, sì: per dire il vero,

M’ha trascinato il core,

E mi ha fatto la scorta il dio d’Amore.

MAD.

E con quale speranza

Siete venuto qui?

FABR.

Con quell’istessa

Con cui sono testé da voi partito.

MAD.

Che vuol dire?

FABR.

Sperando esser gradito.

MAD.

Avete un fondamento

Per sperarlo davver?

FABR.

Sì, mi lusingo

In quel bel volto ed in quel core umano.

MAD.

Qualche volta, signor, si spera invano.

FABR.

(Principiamo assai mal).

MAD.

(Dubbioso, incerto,

Finché mi pare a me lo vuò tenere).





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