Carlo Goldoni
Il conte Chicchera

ATTO TERZO

SCENA QUINTA Cavallina, poi Mantecca

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SCENA QUINTA


Cavallina, poi Mantecca


CAV.

Questi è un uom che mi piace.

Pena, sospira e langue,

Ma non si scalda il sangue.

Spera d’amore il frutto,

Ma se invano lo spera, è pronto a tutto.

MAN.

La padrona dov’è?

CAV.

Sarà di .

MAN.

Ho delle novità.

CAV.

Ma in che proposito?

MAN.

Donna Lucrezia ha fatto lo sproposito.

CAV.

Che vuol dire?

MAN.

Ad Ippolito

Ha tutto perdonato;

E credo che oramai l’abbia sposato.

CAV.

Per questo? Ha fatto mal?

MAN.

Male, malissimo.

CAV.

E perché?

MAN.

Il maritarsi

Mi dicono che sia

Un sproposito vero, e una pazzia.

CAV.

Dunque il signor Mantecca

Non si vuol maritar.

MAN.

Credo di no.

CAV.

Possibile?

MAN.

Sicuro.

CAV.

Eh via.

MAN.

No certo.

CAV.

E se io mi esibissi

Dargli la destra mia?

MAN.

Prova, e vedrai.

CAV.

Eccola.

MAN.

Cosa fai?

CAV.

Col più sincero affetto

Ti esibisco la destra.

MAN.

Ed io l’accetto.


CAV.

Ah furbetto malizioso!

Mi volesti corbellar.

No, la man non ti vuò dar.

Sì, mio caro, a te la dono,

Tu sei mio, di te già sono.

Maritarsi è uno sproposito,

Ma lo fa chi lo può far. (parte)





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