Carlo Goldoni
L'amante Cabala

PARTE PRIMA

SCENA PRIMA   Lilla e Filiberto

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PARTE PRIMA

 

SCENA PRIMA

 

Lilla e Filiberto

 

LILLA

Resti, resti, e non s’incomodi.

FILIB.

Vuò venir; questo è il mio debito.

LILLA

Nol permetto, in verità.

FILIB.

Se comanda, io resto qua.

 

Ma fra di noi, che siam promessi sposi,

Son superflue cotante cerimonie;

Conviene il galateo

Al marito non già, ma al cicisbeo.

LILLA

Io fui accostumata

In diversa maniera

Dal fu signor Anselmo mio consorte.

Ahi memoria fatale! ahi cruda morte!

Egli volea che seco

Trattassi in complimento; e allora quando

La maggior confidenza era dovuta,

Mi voleva civile e sostenuta.

FILIB.

Oh allora poi...

LILLA

Quello era un buon consorte.

Ahi memoria fatale! ahi cruda morte!

FILIB.

Ecco l’usato stile

Delle vedove donne: ogni momento

Bestemmiano la morte,

Piangono tutto il giorno

La felice memoria del consorte;

E pur, tanto che visse,

Non vedevano l’ora che morisse.

LILLA

Oh, io non son di quelle.

Quando prendo ad amar, amo davvero,

Né mai per il pensiero

Mi passa un sentimento odioso e rio.

(Basta ch’io possa fare a modo mio).

FILIB.

Dunque, se l’è così...

LILLA

Io mi ricordo

Di quel gran ben che mi voleva, oh sorte!

Ahi memoria fatale! ahi cruda morte!

FILIB.

Su via, signora Lilla,

Lasci questo dolor troppo eccessivo;

Si scordil morto e la consoli ’l vivo.

Finalmente le tocca

Un consorte ben fatto,

Nobile, ricco, manieroso e saggio.

Filiberto son io,

Conte di Transilvania,

Famoso per le imprese

Fatte in più d’un paese.

Oh quante, oh quante donne

Piangon per mia cagione

Afflitte e disperate!

Oh quante... (che da me furon gabbate!)

Stupisco e raccapriccio

Che, mirandomi in volto

garbato e pulito,

Non si debba scordar l’altro marito.

 

LILLA

Forte chiodo in trave affisso,

Benché fuor di si tragga,

Lascia sempre quella piaga

Che una volta egli formò.

Così pur nel seno mio

Quella ria piaga fatale,

Che mi fece il primo strale,

Non ancora si sanò.

 

FILIB.

Creda però, senz’altro,

Che un chiodo per lo più discaccia l’altro.


 

 

 


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