Carlo Goldoni
La conversazione

ATTO PRIMO

SCENA QUATTORDICESIMA   Don Fabio, Madama Lindora, servita da Giacinto, Lucrezia, servita da Sandrino

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SCENA QUATTORDICESIMA

 

Don Fabio, Madama Lindora, servita da Giacinto, Lucrezia, servita da Sandrino

 

MAD.

Oh, signore don Fabio,

Che grazie sono queste?

Ella vuol stare a favorir da noi?

 

FAB.

Voglio pranzar con voi.

Così fanno gli amici;

Senz'essere invitati

Vengon liberamente.

Le cerimonie non le stimo niente.

 

SAN.

Certo le cerimonie

Si ponno risparmiare

Quando in casa non si ha con che mangiare.

 

FAB.

Cosa c'entrate voi?

Per un po' di denari,

Mettere si vorria con un mio pari.

 

GIAC.

Doucement, mes amis;

Non si contrasti più.

Questo dell'amicizia è il randevous.

 

LUC.

Su via; prima del pranzo,

Divertiamoci un poco.

 

MAD.

Giochiamo a qualche gioco.

Don Filiberto non si vede ancora:

Possiam giocare e divertirci un'ora.

 

SAN.

Ecco cento zecchini:

Li taglio al faraone.

 

MAD.

No, non è gioco da conversazione.

Siamo in cinque; possiamo

Fare un ombre e un picchetto.

 

SAN.

Io non ne so;

Ma son qui, giocherò.

 

FAB.

Farò quel che vi pare.

(Se perderò, come farò a pagare?) (da sé)

 

MAD.

Ecco qui la partita.

Don Fabio e Lucrezina

Giocheranno a picchetto.

Lor signori con me

Faranno all'ombre una partita in tre.

 

SAN.

Son pronto.

 

FAB.

Eccomi qui.

 

LUC.

Disponete di me.

 

GIAC.

Giochiamo, .

 

MAD.

Presto, che si prepari

Per l'ombre e per picchetto. (ai Servitori, quali portano i due tavolini col bisognevole per i due giochi, e le sedie)

 

FAB.

(Destino maledetto!

Non ho un soldo in saccoccia). (da sé)

 

MAD.

Miei signori,

Del prezzo delle puglie disponete.

 

SAN.

Di un zecchino alla puglia.

 

GIAC.

È troppo.

 

MAD.

Così è.

 

GIAC.

A me piace giocar pour amitiè.

 

MAD.

Basta un soldo alla puglia.

 

GIAC.

Io mi contento.

 

MAD.

La spadiglia obbligata in fino al cento.

 

LUC.

Noi di quanto giochiamo? (a don Fabio)

 

FAB.

Comandate.

 

LUC.

Un paolo alla partita,

Ma con tutti i malanni.

 

FAB.

Io sto al comando.

(Fortuna, al tuo favor mi raccomando).

(Facendosi il ritornello dagli strumenti, frattanto si danno le carte)

 

 

MAD.

Mi è venuta la spadiglia,

Qualche cosa avrò da far.

È permesso? Voglio entrar.

 

SAN.

} a due

Entri pure, non mi oppongo.

GIAC.

MAD.

Se non trovo, la ripongo.

Delle spade ho da trovar.

 

LUC.

Sessantotto è il punto mio;

Ho una settima maggior.

Un picchetto dar vogl'io.

 

FAB.

(Ah, destino traditor!) (da sé)

 

MAD.

Gioco trionfo.

 

GIAC.

} a due

Io gliene do.

MAD.

LUC.

Ho tre cavalli.

 

FAB.

Che dir non so.

 

LUC.

Diciassette della settima

E col punto ventiquattro;

Tre cavalli, ventisette.

 

FAB.

(Questa volta tocca a me). (da sé)

 

MAD.

Gioco coppe.

 

GIAC.

Mia di re.

 

SAN.

Se non dice...

 

MAD.

Tagli pure.

Quattro bazze le ho sicure,

E in tenacca io resterò.

 

LUC.

E ventotto, e ventinove,

E sessanta, e sessantuno.

 

FAB.

Faccio cinque.

 

LUC.

Io non lo so.

 

FAB.

Sì, signora, io lo farò.

 

MAD.

L'ho portato, l'ho portato.

 

GIAC.

} a due

Viva lei, che ha ben giocato!

SAN.

 

} a tre

Che bel gioco è l'ombre in tre.

Più bel gioco, no, non vi è;

Re dei giochi dir si può.

 

 

LUC.

Non fa cinque.

 

FAB.

Lo farò.

 

LUC.

A denar non ha risposto.

 

FAB.

Non è vero.

 

LUC.

Una mentita? (si alza)

 

FAB.

Ho da perder la partita? (si alza)

 

LUC.

Questa è poca civiltà.

 

FAB.

(La ragione non la sa). (da sé)

 

MAD.

Cosa è stato? (s'alza)

 

FAB.

Niente, niente.

 

LUC.

Quel signore impertinente

Ebbe ardire

Di smentire,

Di negar la verità.

 

MAD.

Questa è troppa inciviltà.

 

SAN.

Padron mio, così si fa?

 

GIAC.

Ritrattare si dovrà.

 

FAB.

Son galantuomo:

Non ha ragione.

 

LUC.

Vuò mi sia data

Soddisfazione.

 

SAN.

} a due

Fuori la spada.

Sopra la strada.

Fuori di qua.

GIAC.

FAB.

Son cavaliere,

So il mio dovere:

Non lo permette

La nobiltà.

 

LUC.

} a due

Chi nasce bene,

Trattar conviene

Con civiltà.

MAD.

GIAC.

Fuori la spada.

 

FAB.

Non mi ci metto.

 

SAN.

Io vi disfido.

 

FAB.

Io non accetto.

 

GIAC.

} a due

Per la paura,

Per la viltà.

SAN.

FAB.

Non l'acconsente

La nobiltà.

 

LUC.

} a due

Trattar conviene

Con civiltà.

MAD.

MAR.

Star in tafola, signori;

No star tempo de far gritori.

Trinche vain tempo star. (parte)

 

TUTTI

Non più fracasso,

Finisca il chiasso;

Vadasi in pace

Tutti a mangiar.

Dell'amicizia

Stringasi il laccio;

Con un abbraccio

Pace s'ha a far.

E della pace

Godiamo i frutti;

Vadasi tutti

Lieti a mangiar. (partono)

 


 

 

 


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