Carlo Goldoni
La conversazione

ATTO SECONDO

SCENA OTTAVA   Don Fabio, poi Sandrino, poi due Servitori.

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SCENA OTTAVA

 

Don Fabio, poi Sandrino, poi due Servitori.

 

FAB.

Non so se mi corbelli

O se dica davvero. Ma che importa?

Facciano il lor dovere, e mi contento

Che lo facciano ancor per complimento.

SAN.

(Eccolo; non vorrei

Precipitar con questo animalaccio). (da sé)

FAB.

(Eccolo qui quel brutto villanaccio). (da sé)

SAN.

(Ho promesso a Madama;

Voglio dissimulare). (da sé)

FAB.

(In casa d'altri

Non vuò fare altre scene). (da sé)

SAN.

(Non mi posso sfogar). (da sé)

FAB.

(Tacer conviene). (da sé)

SAN.

Schiavo suo. (passeggiando)

FAB.

Vi saluto. (passeggiando)

SAN.

Che civiltà!

FAB.

Che dite?

SAN.

Io non parlo con lei.

FAB.

Badate ai fatti vostri, io bado ai miei.

SAN.

Voglio seder. (siede)

FAB.

Voglio sedere anch'io. (siede)

SAN.

Con licenza, signor. (gli volta le spalle)

FAB.

Padrone mio. (gli volta le spalle)

SAN.

(Andarsene potria; se vien Madama,

Vorrei star seco senza soggezione:

Non vorrei che vi fosse quel buffone). (da sé)

FAB.

(Se vien qui Berenice,

Costui mi reca impaccio.

Quando mai se ne va l'ignorantaccio?) (da sé)

SAN.

Ehi! lacchè. (viene un Lacchè ben vestito)

FAB.

Vuò sentire. (si volta un poco)

SAN.

Alla locanda

Portati immantinente. Il mio burò

Apri con questa chiave.

Portami quel cestino

D'orologi, d'astucci e tabacchiere. (Parte il Lacchè)

(Andarsene dovria per non vedere). (da sé; parla di don Fabio)

FAB.

Ehi staffiere. (viene un Staffiere miserabile)

SAN.

Sentiamo.

FAB.

Va tosto al mio palazzo.

Portami quei ritratti,

Coll'arbore dipinto

Della mia nobiltà. (Parte lo Staffiere)

(Quel villanaccio si vergognerà). (da sé)

SAN.

Lacchè. Di questa casa (Il Lacchè ritorna)

Si allarghino le porte

Perché possa passare

L'albero di don Fabio e le radici,

E i suoi ritratti con le sue cornici. (Il Lacchè parte)

FAB.

Staffier, suona la tromba;

Fa che le genti corrano di trotto

A vedere Sandrino a far casotto.

SAN.

Al casotto potrei

Tirar delle persone

Se, quale siete voi, fossi un buffone. (si alza)

FAB.

Buffone ad un par mio?

Son cavaliere.

SAN.

Un galantuom son io.

 

FAB.

Siete rozzo.

SAN.

Siete pazzo.

FAB.

Villanaccio.

SAN.

Ignorantaccio.

FAB.

Non mi degno.

SAN.

Se mi sdegno...

FAB.

Cospettaccio!

SAN.

Sanguinaccio!

FAB.

Malagrazia.

SAN.

Brutta faccia.

a due

Colla

Sulla strada

Ti prometto

Che ti aspetto,

Ed il cor ti vuò cavar. (partono)

 

 

 


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