Carlo Goldoni
La conversazione

ATTO SECONDO

SCENA NONA   Camera con tavola preparata con caffè, rosolini e varie bottiglie di vino.   Madama, Giacinto, Lucrezia, Don Fabio e Sandrino

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SCENA NONA

 

Camera con tavola preparata con caffè, rosolini e varie bottiglie di vino.

 

Madama, Giacinto, Lucrezia, Don Fabio e Sandrino

 

MAD.

Ecco, ecco, signori,

Il caffè, le bottiglie ed i licori.

Favorite sedere, e ognun si servi

Di quel che più gli piace. (siedono tutti)

 

LUC.

Prenderò il rosolino.

 

GIAC.

Ed io piuttosto un bicchierin di vino.

 

MAD.

Che si serva ciascuno a suo talento.

 

GIAC.

Un bicchier di Canarie

Ecco a voi, mia signora, (a Lucrezia)

Ed un bicchiere a madamina ancora.

A buer, a buer, allegraman.

Che si beva e si canti alla santè

Della bonn'amitiè.

 

Visage adorable,

Je mour pour vous.

Ah, je vous aime

De tout mon cour:

Vous étes la flamme

De mon amour.

 

 

FAB.

Voi che foste a Venezia,

Dove soglion cantare

Con sì bella grazina,

Diteci qualche nuova canzoncina.

 

MAD.

Subito, volentieri.

 

GIAC.

Che si tornino a empir prima i bicchieri. (torna a riempire i bicchieri)

 

 

MAD.

Sia benedetto

Chi me vol ben.

Pien de diletto

Giubila el sen.

Me sento in gringola

Quando che el vien:

Caro quel coccolo,

Caro el mio ben.

 

 

SAN.

Voi, Lucrezia, che siete

Nata in quel bel paese,

Diteci una canzone bolognese.

 

LUC.

Subito. E perché no?

Non mi faccio pregar. La canterò.

 

Tutt al dezà e de ,

Vag in zir per la città,

Per trovarm un bel marì.

Al vui bel, e sì al vui bon,

Vui che l'abbia d' bagaron,

E ch'al sippia tutt per mi.

Certi ominazz

Birichinazz

An i vui, ch'an fan per mi.

 

 

FAB.

Io cantare non so,

Ma pure vi darò

Qualche divertimento.

Sono, se nol sapete,

Un maestro di ballo,

Di scherma e cavalletto.

Venite al mio cospetto,

Uomini senza pari;

Venite, ignorantissimi scolari.

 

Ecco il famoso monsieur Coccò;

Questo è quel grande monsieur Rebaltò;

Gambe di ferro è questo ch'è qui.

Presto ballate;

Franco tirate;

Presto saltate;

Che ve ne par?

Bravi scolari, vi vuò regalar.

 

 

SAN.

Io, io, signore mie,

Se libertà mi date,

Voglio trattarvi come meritate.

Lacchè.

 

LUC.

Cosa farà?

 

MAD.

Qualche cosa di bello in verità.

(Viene il Lacchè colla cesta di galanterie)

 

 

SAN.

Madama, a voi l'astuccio.

A voi la tabacchiera.

A voi di Londra vera

Questa .

 

MAD.

} a tre

Viva Sandrino,

Ricco sfondato,

Che ha presentato

Questo suo don.

LUC.

GIAC.

SAN.

In Inghilterra

Meglio non v'ha.

 

LUC.

} a due

Tutta la terra

Meglio non ha.

MAD.

a quattro

Oh, che gran cose

Maravigliose!

Cosa più bella,

No, non si .

 

FAB.

(Con un Servitore che porta i quadri)

Ecco l'effigie del signor padre.

Questa è l'illustre signora madre.

Del signor nonno questo è il ritratto.

Uno per uno li vuò donar.

 

MAD.

} a tre

Viva il gran padre,

Viva la madre,

E il signor nonno

Viva di cor.

LUC.

GIAC.

SAN.

Belle figure!

Caricature

Non ho vedute

Certo maggior.

 

FAB.

Non vi è pennello,

No, che l'eguagli.

 

GIAC.

Son da ventagli.

 

SAN.

Sono da cembali.

 

MAD.

} a due

Sono da mettere

Sotto al camin.

LUC.

FAB.

Questo strapazzo

A me si fa?

 

SAN.

Voi siete un pazzo,

Questo si sa.

 

FAB.

Taci, villano.

 

SAN.

Taci, baggiano.

 

FAB.

Col signor nonno

Ti accopperò. (gli vuol dare il quadro sulla testa)

 

TUTTI

O che insolenza!

Che impertinenza!

Sempre si sbuffa,

Sempre baruffa.

Corpo del diavolo,

Che inciviltà! (partono)

 


 

 

 


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