Carlo Goldoni
Un curioso accidente

ATTO TERZO

SCENA SECONDA   Monsieur Filiberto e poi Guascogna

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SCENA SECONDA

 

Monsieur Filiberto e poi Guascogna.

 

FIL. Prego il cielo che la cosa abbia buon fine: non avrà mancato però dalla imprudenza del tenente il cercar di precipitarsi. La gioventù è soggetta a simili debolezze. Io, per grazia del cielo, sono stato accorto da giovane, e lo sono molto meglio in vecchiezza.

GUASC. Servitore di monsieur Filiberto.

FIL. Buon giorno, amico. Che c'è di nuovo?

GUASC. Il mio padrone gli fa i suoi umilissimi complimenti.

FIL. Dov'è il tenente? Che fa? Che dice? Come passano gl'interessi suoi?

GUASC. Credo che da questo viglietto potrete essere interamente informato.

FIL. Sentiamo. (apre il viglietto)

GUASC. (Se non mi dice d'andarmene, ho volontà di restare).

FIL. Vi è dentro una carta, il cui carattere mi par di mia figlia. Sentiamo prima, che cosa dice l'amico.

GUASC. (Marianna ascolta dalla portiera. Ella non è men curiosa di me).

FIL. Monsieur. I vostri consigli m'hanno animato ad un passo, che io non avrei avuto coraggio d'intraprendere con tutte le sollecitazioni dell'amor mio. Sì, certo, egli non avea coraggio. Ho condotto la figlia in luogo onesto e sicuro, vale a dire in casa della di lei zia paterna. Dice di averla condotta! Avrà incontrata per via madamigella Costanza, e si sarà accompagnato con essa. Ho fatto bene io a sollecitarla che andasse. Tutta opera mia. Le lacrime della fanciulla hanno intenerito la buona vecchia, ed ella ha condisceso alle nostre nozze.Buono, buono, non poteva andar meglio. Si è mandato a chiamare un notaro, ed alla presenza di due testimoni abbiamo celebrati gli sponsali. Benissimo, si è portato bene. Non posso per altro esprimervi la mia confusione, e non avendo io coraggio d'impetrar più oltre la grazia vostra, suppliranno i caratteri di vostra figlia, a cui perdonerete forse più facilmente, e vi bacio le mani. Che cosa mai vuol da me, che non ha coraggio di chiedermi, e si vale di mia figliuola per ottenerlo? Leggiamo l'inclusa. Convien dire, ch'egli sia andato subito da mia sorella per comunicare il fatto a Giannina. Che dice la mia figliuola? Carissimo Genitore. Scrive assai bene, ha un bel carattere mercantile. Gran brava fanciulla! Il cielo me la benedica. Permettetemi che col mezzo di questa carta mi getti a' vostri piedi, e vi domandi perdono. Oh cieli! che cosa ha fatto? Assicurata da voi medesimo del consiglio che deste a monsieur de la Cotterie, e dal danaro somministratogli per l'effetto, mi sono abbandonata alla mia passione, ed ho sposato il tenente. Ah indegna! Ah mentitore! Traditori, ribaldi, mi hanno assassinato.

GUASC. Che c'è, signore?

 

 

 


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