Carlo Goldoni
Il cavaliere e la dama

ATTO PRIMO

Scena Prima. Donna Eleonora ricamando ad un piccolo telaio e Colombina colla rocca sedendo, che dorme

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ATTO PRIMO

 

Scena Prima. Donna Eleonora ricamando ad un piccolo telaio e Colombina colla rocca sedendo, che dorme

 

Camera in casa di donna Eleonora.

 

DONNA ELEONORA ricamando ad un piccolo telaio

e COLOMBINA colla rocca sedendo, che dorme.

 

Donna Eleonora - Questo tulipano non risalta come vorrei. Bisogna dargli un'ombra un poco più caricata. Vi vogliono due o tre passate di seta scura. Colombina, dammi quel gomitolo di seta bleu. Colombina, dico, Colombina?

Colombina - Signora, illustrissima, eccomi. (svegliandosi)

Donna Eleonora - Tu non faresti altro che dormire.

Colombina - Chi non dorme di notte, bisogna che dorma di giorno. Sino alla mezzanotte si lavora, e all'alba si salta in piedi e si torna a questo bellissimo divertimento della rocca. Signora padrona, anch'io son fatta di carne, e non dico altro.

Donna Eleonora - (Povera sventurata! la compatisco). (da sé).

Colombina - Tenete la seta bleu. La ra, la ra, la ra, la ra, la lera. (canta con rabbia e siede filando).

Donna Eleonora - Colombina, non so che dire. Tu hai ragione; e con ragione ti lagni della vita miserabile che meco sei costretta di fare. Tu sai come eri trattata da me, quando don Roberto, mio consorte, era in Napoli, e la nostra casa poteva sfoggiare come le altre. Ora don Roberto, per l'omicidio commesso di quel ministro da lui chiamato a duello, fu esiliato da questi stati; sono confiscati tutti li di lui beni, ed io che altra dote non gli ho portata che quella di un'antichissima nobiltà, sono miserabile come vedi. I congiunti della mia casa sono tutti poveri, né mi possono dar sollievo. I parenti di mio marito mi odiano tutti per la mia povertà; tutti mi abbandonano, tutti mi deridono. Cara Colombina, tu sei stata finora l'unico mio conforto fra tante angustie. Se tu mi abbandoni, oh Dio! mi darò in preda alla disperazione.

Colombina - Via, via, signora padrona, non mi fate piangere; finché potrò, non vi abbandonerò. Del poco ognuno si può contentare, ma con niente nessuno può fare.

Donna Eleonora - In casa nessuno ci vede; diamoci le mani d'attorno, lavoriamo, che un giorno il cielo ci assisterà. Spero che il fisco mi accorderà gli alimenti. Il mio procuratore mi ha assicurato che averà delle ragioni per sostenere la mia causa.

Colombina - E intanto vi va spolpando, e mangia egli quello che dovremmo mangiar noi.

Donna Eleonora - Vi vuol pazienza. Ognuno ha da vivere col suo mestiere.

Colombina - E noi con qual mestiere vivremo?

Donna Eleonora - Eccolo qui. Tu con la rocca ed io col ricamo.

Colombina - Compatitemi se parlo con libertà. Siete una signora di poco spirito.

Donna Eleonora - Perché?

Colombina - Perché ve ne sono delle altre povere come voi, anco con famiglia, e famiglia grossa, e non penano come fate voi.

Donna Eleonora - Averanno il marito provveduto d'impiego.

Colombina - Eh, pensate! se mantengono anche il marito.

Donna Eleonora - Ma come fanno?

Colombina - Ve lo dirò io. Non sono tanto scrupolose, quanto siete voi.

Donna Eleonora - Ho inteso; mutiamo discorso.

Colombina - Mutiamo discorso e facciamone uno più bello. Ieri ho veduto il signor Anselmo, padrone di questa casa, e con bella maniera mi fece intendere essere passato il semestre della pigione.

Donna Eleonora - Lo so benissimo; e perciò ho venduto il mio mantò: e dentro in quel cassettino sono i denari destinati pel signor Anselmo.

Colombina - Vi è il signor don Rodrigo, ch'è un cavaliere tanto garbato, che vi ha fatto centomila esibizioni; e voi non gli volete dir nulla, e vi contentate patire piuttosto che raccomandarvi.

Donna Eleonora - Una donna che chiede, è poi soggetta a concedere; e l'uomo che dona, non ha intenzione di gittare il suo senza speranza di ricompensa.

Colombina - Don Rodrigo è un cavaliere generoso e prudente.

Donna Eleonora - Ma non averà obbligo d'essere prudente meco, se io non lo sono con lui.

Colombina - Eppure mi pare che non vi dispiaccia la di lui conversazione.

Donna Eleonora - Sì, lo confesso; egli è l'unica persona che vedo volentieri in mia casa. Senti, è stato picchiato.

Colombina - Sarà qualche creditore. (parte).

Donna Eleonora - Pazienza. Come presto la sorte ha cambiato scena per me! Non vi è che don Rodrigo che sia costante; egli, ad onta delle mie disgrazie, non cessa di favorirmi. Che maniere soavi, che singolari prerogative l'adornano! Ah mio cuore, pensa alle miserabili circostanze nelle quali ti trovi, e non compiacerti vanamente delle finezze di don Rodrigo, le quali non devono passare i limiti della compassione.

 

 


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