Carlo Goldoni
La dama prudente

ATTO PRIMO

SCENA OTTAVA

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SCENA OTTAVA

 

Don Roberto e detti.

 

ROB. Eccomi di ritorno.

EUL. Avete fatto benissimo. Questi cavalieri vogliono partire...

MAR. Sì, io parto, ma non il Conte.

ROB. (Il Conte resta? Per qual motivo?) (da sé)

EUL. Avrete avuto il gioiello: con licenza di questi signori me lo lascerete vedere.

ROB. Non sono arrivato sino alla bottega del gioielliere, poiché ho incontrato un bracciere di donna Rodegonda, che veniva alla volta di questa casa.

EUL. Che vuole donna Rodegonda?

ROB. Ci aspetta da lei a bevere la cioccolata.

EUL. Non abbiamo a vederci seco lei questa sera?

ROB. È giunta in casa sua una dama forestiera, che ha piacere di farci conoscere. Andiamo.

EUL. Quando volete così, andiamo. Signori, mi permetteranno che io vada con mio marito a ritrovar questa dama. M’immagino la conoscerete. Ella è moglie del giudice criminale.

CON. Accomodatevi come v’aggrada.

MAR. La compagnia del marito non può essere migliore.

ROB. Pensate s’io voglio andar con mia moglie. Non fo di queste pazzie. Anderò innanzi a complimentare la forestiera.

EUL. Io anderò da me nella mia carrozza.

ROB. Non andate sola. Ecco, questi due cavalieri vi favoriranno

MAR. In quanto a me, dispensatemi. La servirà il Conte.

CON. Incontrerò con piacere l’onor di servirla.

ROB. (Sola col Conte? Signor no). (da sé) Eh via, Marchese, venite ancor voi da donna Rodegonda. Vedrete una dama, mi dicono, assai gentile.

MAR. Bene, verrò con voi. Vi farò compagnia a piedi.

ROB. No, no, lasciatevi servire nella carrozza. In tre ci si sta benissimo.

MAR. Nella vostra carrozza ci sono stato ancora. In tre si sta incomodi.

CON. Ebbene, signor Marchese, servite voi la dama, io anderò a piedi con don Roberto.

MAR. Volentieri, vi prendo in parola.

ROB. Eh via, Contino, andate anche voi, che ci starete bene. Voi siete piccolo; dalla parte dei cavalli state benissimo.

EUL. Signori, i vostri complimenti mi fanno perdere il tempo.

ROB. Animo andate; lasciatevi servire. (alli due)

MAR. (Conte, io vengo perché don Roberto m’incarica). (piano al Conte)

CON. (Questa giustificazione è fuori di tempo). (da sé) Favorite. (offre la mano a donna Eularia)

ROB. (osserva attentamente)

EUL. Non v’incomodate. (al Conte, guardando don Roberto)

ROB. Non ricusate le di questi cavalieri. Animo, animo, alla gran moda. Uno di qua, l’altro di .

MAR. Son qui ancor io, signora. (prendono il Marchese ed il Conte donna Eularia in mezzo, servendola di braccio in due)

ROB. (Guarda con attenzione, nascostamente)

EUL. (Mio marito freme e vuol così a suo dispetto). (da sé, e parte servita dalli due)

ROB. (L’osserva nel partire, poi chiama) Chi è di ?

 

 

 


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