Carlo Goldoni
La dama prudente

ATTO PRIMO

SCENA UNDICESIMA

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SCENA UNDICESIMA

 

Don Roberto e dette, poi il cameriere.

 

ROB. M’inchino a queste dame.

RODEG. Serva, don Roberto.

ROB. Mia moglie non è arrivata?

RODEG. Non l’abbiamo ancora veduta.

ROB. (Tarda molto a venire). (da sé)

RODEG. Don Roberto, questa dama mia amica onorerà la mia casa per qualche tempo, ed ho piacere di farla conoscere a donna Eularia.

ROB. Effetto della vostra bontà. (E non viene ancora!) (da sé) Si farà gloria mia moglie di servir questa dama. (Ma diavolo, cosa fa che non viene?) (da sé)

EMIL. Donna Rodegonda mi vuol onorare col procurarmi l’avvantaggio di rassegnare alla vostra dama la mia servitù.

ROB. Anzi la padronanza... (Bisogna dire ch’ella abbia fatto fare un gran giro alla carrozza). (da sé)

RODEG. Che avete, don Roberto?

ROB. Mia moglie dovrebbe essere arrivata.

RODEG. Perché non siete venuto in compagnia con donna Eularia?

ROB. Io colla moglie non vado mai.

RODEG. Non siete geloso?

ROB. Non patisco di questo male.

EMIL. Se foste nel mio paese, lo patireste anche voi, signore.

ROB. Che! sono gelosi gli uomini al vostro paese?

EMIL. E come! Sono insoffribili.

ROB. Qui la gelosia non si usa. Conviene uniformarsi al paese.

RODEG. È sola donna Eularia? (a Roberto)

ROB. No, è in carrozza col marchese Ernesto e col conte Astolfo.

EMIL. Con due cavalieri in carrozza?

ROB. Sì signora: vi formalizzate di ciò? Si usa.

EMIL. Oh sì, che da noi un marito lascerebbe andar la moglie in compagnia con altri!

ROB. Non la lascerebbe andare?

EMIL. Guardi il cielo!

ROB. E per questo suo modo di vivere non sarebbe criticato?

EMIL. Anzi lo criticherebbero s’ei facesse diversamente.

ROB. Signora mia, in grazia, come si chiama il vostro paese?

EMIL. Castelbuono.

ROB. (Oh Castelbuono! Oh castello ottimo! Oh castello adorabile! Ma questa mia moglie mi fa far dei lunari). (da sé)

EMIL. Verrà questa mattina donna Eularia?

ROB. Se il demonio non se la porta, verrà.

EMIL. Perché dite così?

ROB. Le ho raccomandato che venga presto, che non vi faccia aspettare, e non viene mai. Ehi, signora, al vostro paese un marito che comanda alla moglie, è puntualmente ubbidito?

EMIL. E in che maniera!

ROB. Qui non si usa così. Come si chiama il vostro paese?

EMIL. Castelbuono.

ROB. Se vengono ad abitarvi quattro delle nostre donne diventa prestissimo Castelcattivo.

CAM. Illustrissima, è qui la signora donna Eularia con due cavalieri. (a donna Rodegonda)

RODEG. Che passino. (al Cameriere)

ROB. Con due cavalieri. A Castelbuono non si usa così? (a donna Emilia)

EMIL. No certamente.

ROB. E qui si usa.

RODEG. Vi dispiace che vostra moglie sia servita? (a don Roberto)

ROB. Oh pensate! Li ho pregati io quei due cavalieri, che favorissero mia moglie.

EMIL. Voi li avete pregati?

ROB. Io, sì signora.

EMIL. Oh, questa sì a Castelbuono farebbe ridere.

ROB. Ogni paese ha i suoi ridicoli particolari.

 

 

 


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