Carlo Goldoni
De gustibus non est disputandum

ATTO PRIMO

SCENA SECONDA   Artimisia e Rosalba

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SCENA SECONDA

 

Artimisia e Rosalba

 

ART.

Voi, cugina garbata,

Vi dilettate di giocar. Badate

Che dovrete pagar, se perderete;

Poiché, se nol sapete,

Gli uomini han ritrovato,

Quando giocan con noi, la bella usanza

Che il non farsi pagar sia un'increanza.

ROS.

Credetemi, non soglio

Né per vizio giocar, né per diletto.

Non so dir per qual cosa io senta affetto.

Tutto mi piace, e niente mi pena.

Faccio quel che di far mi vien promosso,

E contento ciascun, se farlo io posso.

ART.

Bravissima! in tal guisa

Gradendo tutti, e non negando mai,

Voi vi farete degli amici assai.

ROS.

Questo è il mio gusto.

ART.

È il mio tutto all'opposto.

A voi ve lo confido:

Godo a far disperare, e me ne rido.

Fingo d'esser gelosa, e non lo sono:

Dar altrui gelosia mi diletto.

Chi ha per me dell'affetto,

Ho piacere talor che si disgusti;

E se pianger lo vedo, è il re dei gusti.

ROS.

Io no; soffrir non posso

Che un amante sospiri; e se 'l vedessi

Una lacrima trar sugli occhi miei,

Non so dir, non so dir quel ch'io farei.

 

Ho un cuortenero,

dolce ho l'animo,

Che tutti gli uomini

Mi fan pietà.

Quando sospirano,

Quando mi pregano,

No, non so fingere

La crudeltà. (parte)

 

 

 


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