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Il Cavaliere, poi Erminia e Celindo
Oh genio stravagante! È pur quel che diletta e quel che piace. E Artimisia mi vuole Mesto, tristo, languente, addolorato? Oh di donna gentil gusto sguaiato! Come è possibil mai Promotor de' piaceri e dei diletti, Trattenga il riso e la mestizia affetti? Farlo mi proverò. |
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CEL. |
Cavaliere, di voi |
ERM. |
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CEL. |
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Nulla, nulla... pensavo... A certi conti della mia famiglia. (M'è venuta in pensiero |
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CEL. |
D'uopo abbiamo di voi. Poeta amico, E d'Erminia e di me, versi ha formati D'uno stile bizzarro e inusitati. |
ERM. |
Anzi bellissimi. |
CEL. |
Eccoli. |
Leggerli non vorrei... Ma far nol posso). (da sé) |
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ERM. |
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CEL. |
Al Berni stesso in leggiadria non cede. |
Leggiamoli. (Artimisia ora non vede). (da sé) |