Carlo Goldoni
De gustibus non est disputandum

ATTO TERZO

SCENA TERZA   Erminia e Celindo

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SCENA TERZA

 

Erminia e Celindo

 

CEL.

Bella Erminia adorata.

ERM.

Bella a me, se sprezzata

M'avete, ingrato, audacemente altero?

CEL.

Idol mio, non è vero.

Artimisia ha voluto

Ridere a spese nostre, io l'ho saputo.

ERM.

Ma voi del di lei merito

Siete invaghito.

CEL.

Il pianto

Di colei m'avvilì.

ERM.

Che debil cuore!

Per pietà divenuto è traditore?

 

Fra le virtù dell'alma

Bella pietà si onora;

Ma la pietade ancora

Sempre non è virtù.

Quando l'onesto eccede,

Nemica è alla ragione,

Quando al dover s'oppone,

Non si conosce più. (parte)

 

 

 


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