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FLOR. E voi, signora sorella, quando vi maritate?
DIA. Oh, io dipendo dal mio genitore.
FLOR. Se il genitore volesse, vi accompagnereste volentieri?
FLOR. Solamente per ubbidirlo? Eh via, non fate meco la schizzinosa. Vi conosco negli occhi, che avete volontà di maritarvi. Siete mia sorella, e tanto basta.
DIA. Via, non mi fate arrossire.
FLOR. Ditemi: questo giovinotto vi piacerebbe?
DIA. Ma io forse non piacerei a lui.
FLOR. Chi sa? Volete ch'io gliene parli?
FLOR. (Sarebbe allegra con un tal marito!) (da sé)
DIA. (Questo mi pare più bello del signor Momolo; voglio partire, acciò abbia campo di dirgli qualche cosa). (da sé) Addio, signor fratello.
DIA. Ho da finir un lavoro. (Mi raccomando a voi). Serva, quel signore.
ISAB. A voi m'inchino, signora.
DIA. (Che bella grazia!) (parte, guardando Isabella)