Carlo Goldoni
La donna di governo

ATTO SECONDO

SCENA PRIMA   Altra camera con varie porte.   VALENTINA e TOGNINO

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ATTO SECONDO

 

 

 

SCENA PRIMA

 

Altra camera con varie porte.

 

VALENTINA e TOGNINO.

 

TOG.

Signora Valentina. (incontrandosi)

VAL.

Che cosa c'è, Tognino?

TOG.

Ho da dirvi una cosa.

VAL.

Che sì che l'indovino?

Queste due signorine, amabili, garbate,

Han di me delle cose al vecchio raccontate.

Non è così?

TOG.

Egli è vero. Han fatto la lor parte,

Ed io tutto ho sentito tirandomi in disparte.

VAL.

Mi ha detto anche la serva, che parimenti ha udite

Parlar contro di me le due sorelle unite.

Ma non ha ben capito l'accusa qual sia stata.

TOG.

Hanno detto al padrone che siete innamorata.

Che da voi Baldissera venuto è stamattina,

E che attrappare il vecchio fra di voi si destina.

VAL.

Ed egli l'ha creduto?

TOG.

Parvemi da suoi detti,

Ch'ei le rimproverasse per simili sospetti.

Parvemi che scacciate partissero con duolo;

Ma fremer l'ho veduto, quando rimasto è solo.

Vedo che vi è motivo di temer, di sperare,

Ed io per vostra regola vi vengo ad avvisare.

VAL.

Davver, caro Tognino, ch'io vi sono obbligata,

E all'attenzione vostra non mi vedrete ingrata.

Ma fatemi un piacere: trovate Baldissera,

Ditegli che da me non venga innanzi sera.

Anzi che per parlare fra noi con libertà,

Di mia sorella in casa ad aspettarmi andrà.

TOG.

Volentieri, vi servo con tutto il genio mio,

Ma un favore, una grazia vo' domandarvi anch'io.

Trovomi in un impegno con certi amici miei;

Con onor, se potessi, uscirmene vorrei.

Abbiamo stabilito pranzare in compagnia:

Deggio anch'io, come gli altri, portar la parte mia;

Non avendo quattrini, non so come mi fare,

Voi sola, Valentina, mi potete aiutare.

VAL.

Volentieri, Tognino, siete padron di tutto.

Vi darò, se volete, un pezzo di prosciutto.

Vi darò del buon vino, del meglio che vi sia,

Tutto quel che volete; la chiave è in mano mia.

TOG.

Ma che nessun di casa lo sappia.

VAL.

Oh questa è buona!...

E chi l'ha da sapere? non son io la padrona?

TOG.

Due salviette vorrei, e due posate ancora.

VAL.

Due posate? per chi?

TOG.

Per me e la mia signora.

VAL.

Hai la signora adunque?

TOG.

L'ho certo; già si sa.

Senza un po' di donnetta, allegri non si sta.

VAL.

Bravo, bravo, Tognino, godi, buon pro ti faccia.

Una man lava l'altra, e tutte due la faccia.

Fa per me quel che puoi, ch'io lo farò per te;

Già il padron non sa nulla, e fidasi di me.

TOG.

Vo a trovar Baldissera.

VAL.

Digli quel che ti ho detto,

Digli che da Felicita questa sera lo aspetto;

E che mi voglia bene, ch'io gliene voglio tanto.

Lo farai di buon core?

TOG.

Vi servirò d'incanto. (parte)

 

 

 


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