Carlo Goldoni
La donna di governo

ATTO SECONDO

SCENA SECONDA   VALENTINA, poi FELICITA

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SCENA SECONDA

 

VALENTINA, poi FELICITA.

 

VAL.

Fino dal primo giorno la mia massima fu,

Ognor dal mio partito tener la servitù.

Se alcuno col padrone discreditarmi intende,

Ho tutta la famiglia che mi ama e mi difende.

FEL.

Oh di casa! (di dentro)

VAL.

Chi è?

FEL.

Sorella, siete qui? (di dentro)

VAL.

(Mia sorella Felicita. Mi secca tutto il .

Sempre viene a scroccare. Vuol sempre qualche cosa,

Ed io con quel degli altri faccio la generosa). (da sé)

Venite pur, sorella. Avete soggezione?

FEL.

Temeva che vi fosse quell'arpia del padrone.

VAL.

Come state, Felicita?

FEL.

Io sto come può stare

Una povera vedova che non ha da mangiare.

VAL.

Sempre venite a piangere.

FEL.

Oh ca... che mi fareste

Dire degli spropositi. Se voi non lo sapeste!

Non si vede persona venire alla mia porta.

E quando non c'è pane, nessuno me ne porta.

VAL.

Perché non lavorate?

FEL.

Cosa ho da lavorare?

Quando ho fatto una calza, che arrivo a guadagnare?

Con quattro, cinque soldi si sguazza allegramente!

VAL.

Eh sorella...

FEL.

Parlate.

VAL.

Vi piace a non far niente.

FEL.

Uh povera minchiona! avete un bel ciarlare,

Voi che siete padrona di bere e di mangiare.

Anch'io vorrei provarmi di far la mia fortuna,

Se avessi un tal padrone, minchion come la luna.

Ma ci vuol sorte al mondo.

VAL.

Da ridere mi viene;

Bisogna aver, sorella, volontà di far bene.

FEL.

Oh che donna di garbo, da far delle bravate!

Vi vuol poco, signora, a far quel che voi fate.

VAL.

Ho fatto più di voi; lavoro come un cane,

E mai non son venuta a domandarvi un pane.

FEL.

Oh oh, quando viveva il gramo mio marito,

Quante volte veniste a saziar l'appetito!

VAL.

A saziarmi? Ignorante! venni da voi pregata,

E del vostro contegno mi son formalizzata.

Quel poco che avevate, l'avete scialacquato,

E faceste il consorte morir da disperato.

FEL.

Certo; me l'ho goduta. E voi come c'entrate?

VAL.

S'io non c'entro per nulla, e voi non mi seccate.

FEL.

Non dubiti, madama, ch'io più non ci verrò.

VAL.

Ci venga, o non ci venga, non vo' morir per ciò.

FEL.

(Dopo che in casa mia le do la libertà

Di venir coll'amante, mi usa tal civiltà). (da sé, in modo da essere sentita)

VAL.

Se in casa qualche volta veniamo a incomodarvi,

Mi par, di quel ch'io faccio, ch'aveste a contentarvi.

FEL.

Certo, chi sente lei, mi mantien, poverina!

Mi mandaste in due mesi un sacco di farina.

VAL.

E il barile di vino ve lo siete scordato?

E l'affitto di casa non ve l'ho io pagato?

Quando vien Baldissera a merendar con noi

Roba per quattro giorni non ci resta per voi?

FEL.

Già; se fate tantino, voi mi rimproverate.

VAL.

E voi sempre chiedete, e mai vi contentate.

FEL.

Quant'è che non mi date un briciolo di pane?

Prima che darlo a me, voi lo dareste a un cane.

VAL.

Dire in coscienza vostra potete una tal cosa?

Sono stata finora per voi poco amorosa?

Ingrata vi direbbe a vostra confusione,

Se potesse parlare, lo scrigno del padrone.

FEL.

Meco voi non dovreste parlare in tal maniera,

Pensando quel che ho fatto per voi, per Baldissera.

VAL.

Appunto questa sera da voi dovea venire,

Ma non ci verrà più, lo manderò a avvertire.

FEL.

Baldissera doveva venir da me?

VAL.

Mi preme

Parlar con esso; io pure sarei venuta insieme.

Mi bastava star seco un quarto d'ora appena.

FEL.

Se venite di sera, potete stare a cena.

VAL.

Forse s'avria cenato, ma non ci vengo più.

FEL.

Lasciam queste fandonie, e mandiamola giù.

Questa sera vi aspetto. Ho sete, Valentina,

Dammi un bicchier di vino.

VAL.

Vino ancor di mattina?

FEL.

Oh, acqua non ne voglio.

VAL.

Se vuoi la cioccolata...

FEL.

Beviamola, se c'è.

VAL.

L'ho sempre preparata.

Col pretesto di dire, la fo per il padrone,

La tengo tutto il giorno a mia disposizione.

FEL.

Amo la cioccolata, il caffè, il rosolino,

Ma più d'ogni altra cosa mi piacere il vino.

VAL.

Ora ne abbiam del buono.

FEL.

Cara sorella mia,

Dammene una bottiglia, che me lo porto via.

VAL.

Volentieri, anche due. Questa sera verrà

Baldissera a trovarmi... Oh diamine! chi è ? (osservando fra le scene)

FEL.

Baldissera. (osservando fra le scene)

VAL.

È tornato?

Convien dir che Tognino non l'abbia riscontrato.

 

 

 


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