Carlo Goldoni
La donna di governo

ATTO SECONDO

SCENA SESTA   FABRIZIO, GIUSEPPINA e ROSINA

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SCENA SESTA

 

FABRIZIO, GIUSEPPINA e ROSINA

 

FAB.

Nipote, io son tradito. Nipote mia, son morto.

Vo' che colei perisca, e che mi paghi il torto.

GIU.

Fidatevi, signore, di questa buona pelle.

ROS.

Se non andaste in collera, ve ne direi di belle. (ironica)

FAB.

Perfida, disgraziata. La vo' scarnificare.

Voi quel briccon vedeste dentro a rinserrare?

ROS.

Io, per dir quel ch'è vero, entrar non l'ho veduto.

GIU.

L'abbiam dall'altra parte nel parlar conosciuto.

FAB.

Nel parlar? con chi parla? con lui chi è rinserrato?

GIU.

Parlerà da sua posta.

ROS.

Pareva un disperato.

FAB.

Se vien, se mi risponde... l'ammazzo a dirittura.

ROS.

Ah per amor del cielo, non mi fate paura.

GIU.

Eccolo qui. (Fabrizio si mette in furia)

ROS.

Tenetelo. (a Giuseppina)

GIU.

Fermate, signor zio...

 

 

 


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