Carlo Goldoni
La donna di governo

ATTO QUARTO

SCENA QUARTA   ROSINA e detti

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SCENA QUARTA

 

ROSINA e detti.

 

ROS.

Chi mi vuole?

VAL.

Son io.

IPP.

Oh bellina! (compiacendosi del volto di Rosina, ma allontanandosi per vergogna)

ROS.

Chi è quello? (a Valentina)

VAL.

Ippolito.

ROS.

Davvero?

VAL.

Nol conoscete?

ROS.

(Oh bello!) (da sé)

VAL.

So pur che gli parlaste.

ROS.

Sempre di notte fu.

VAL.

Ed or come vi piace?

ROS.

Mi piace ancora più.

VAL.

men vi salutate?

ROS.

Serva.

IPP.

Servo di lei.

VAL.

Via, dite qualche cosa.

ROS.

Che ho da dir?

IPP.

Non saprei.

VAL.

Rispondetemi almeno. Amate voi Rosina? (ad Ippolito)

IPP.

(Ride)

VAL.

Ridete? Che vuol dire la vostra risatina?

Spiegatevi; l'amate? Ditelo colla bocca. (ad Ippolito, che fa cenno di sì col capo)

IPP.

Mi vergogno. (piano a Valentina)

VAL.

A confondermi con voi sono pur sciocca.

IPP.

Ma non andate in collera.

VAL.

L'amate sì o no?

IPP.

Ma sì, non ve l'ho detto?

VAL.

Or che lo dite, il so.

E voi, signora mia, me lo volete dire? (a Rosina)

ROS.

Ma che bisogno c'è che mi fate arrossire?

Non ve l'ho detto in camera?

VAL.

Replicatelo qui.

L'amate o non l'amate?

ROS.

L'amo.

IPP.

Ha detto di sì. (saltando per allegrezza)

VAL.

La volete in isposa?

IPP.

Io?

VAL.

Sì, voi; la volete?

IPP.

Dorme il signor Fabrizio?

VAL.

Dorme. Di che temete?

Aprite quella bocca. Spicciatevi. E così?

IPP.

Dirò quel ch'ella dice. (accennando Rosina)

VAL.

Voi cosa dite?

ROS.

Sì.

IPP.

Viene il signor Fabrizio? (tremando con allegrezza)

VAL.

Non viene, e s'ei venisse,

A tutto quel che ho fatto, giammai mi contradisse.

Oggi sarete sposi; lo zio darà la dote

Per legge di natura dovuta alla nipote.

Ma poi circa la dote, ci parleremo insieme.

IPP.

Io che ho da far di dote? La dote non mi preme.

Bastami... (arrossendo)

VAL.

Via, che cosa? Perdeste la favella?

IPP.

Bastami (voglio dirlo) quella grazietta bella.

VAL.

Voi nelle vostre camere a ritirarvi andate. (a Rosina)

Voi nel caffè vicino ad aspettar restate. (ad Ippolito)

IPP.

Fate presto. (a Valentina)

VAL.

A momenti.

ROS.

Non mi tenete in pene. (a Valentina)

IPP.

Io sono sulle brace.

ROS.

Io son fra le .

VAL.

Vi sentite d'amore imbestialir così,

E pregar vi faceste a pronunziare un sì?

IPP.

Vado via.

ROS.

Mi ritiro.

IPP.

(Che pena!) (da sé)

ROS.

(Che martello!) (da sé)

IPP.

Addio, sposina cara.

ROS.

Addio, sposino bello. (partono)

 

 

 


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