Carlo Goldoni
La donna di governo

ATTO QUINTO

SCENA PRIMA   Appartamento delle due sorelle   GIUSEPPINA e DOROTEA

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ATTO QUINTO

 

 

 

SCENA PRIMA

 

Appartamento delle due sorelle

 

GIUSEPPINA e DOROTEA.

 

GIU.

Venite pur, signora, già il vecchio è uscito fuore.

Possiam liberamente parlar senza timore.

DOR.

Timor di che? si provi. Ora son io venuta

Di fare un precipizio disposta e risoluta.

Può darsi un can più perfido, un can più furibondo?

Una bestia compagna non ho veduta al mondo.

Cacciarvi in un ritiro? chiudervi con violenza?

Un zio colla nipote usar tal prepotenza?

E per chi, maladetto? per chi? Per una serva,

Per una femminaccia ridicola, proterva.

GIU.

Maledizion, cospetti, e poi cosa si fa?

Noi ci perdiamo in chiacchiere, e il tempo se ne va.

Cara zia, compatitemi, gridar non mi suffraga.

Voglion essere fatti.

DOR.

Affé, voi siete vaga!

Che volete ch'io faccia? Altro far non mi resta,

Che dare a questo vecchio un colpo sulla testa.

GIU.

Lo strapazzar, signora, ed il menar le mani,

Son cose da plebei, son cose da villani.

Se altro non sapete trovar per aiutarmi...

DOR.

Dunque, se non vi comoda, lasciate di seccarmi.

GIU.

Non si potria piuttosto...?

DOR.

A ogni cosa si oppone.

Si perde con costoro la lisciva e il sapone.

GIU.

Nel caso mio conviene...

DOR.

Tutto è la cosa istessa.

GIU.

Parlare, maneggiarsi...

DOR.

Vuol far la dottoressa.

GIU.

E ritrovare il mezzo...

DOR.

Non la posso soffrire.

GIU.

Lasciatemi parlare. (con caldo)

DOR.

Cosa vorreste dire?

GIU.

Dico così, signora, che vuole il caso mio,

Che al Governo si vada ad accusar mio zio.

A dir che di una serva l'inganno e la malizia

Fa ch'egli alla nipote commetta un'ingiustizia.

Che l'unico rimedio per riparare il male,

È il far che si presenti in Corte un memoriale.

E domandar giustizia, e far quel che va fatto,

E fuor di questa casa uscire ad ogni patto.

E trovar protezione di nobili soggetti,

E non sfiatarsi invano coi strilli e coi cospetti. (con forza e sdegno)

DOR.

Or perché vi scaldate? (placidamente)

GIU.

Vedo che il caso mio...

DOR.

Parlate con amore, come vi parlo anch'io.

Dite bene, al Governo ricorrere possiamo;

Facciasi il memoriale, e a presentarlo andiamo.

GIU.

Ma vi vuol protezione.

DOR.

Che protezion! venite.

Voglio che a questo promovasi una lite.

Vo' che restituisca quel che ha il fratel lasciato,

E vo' che renda conto di quel che ha maneggiato;

E a forza di litigi vo' farlo intisichire.

Voglio che me la paghi, se credo di morire.

GIU.

E intanto che si litiga, ch'io maltrattar mi senta.

DOR.

Che diavolo vi vuole per rendervi contenta?

GIU.

Giustizia, protezione, e andarmene di qua. (con ira)

DOR.

Un malan che vi colga, giustizia vi sarà.

GIU.

Ma se voi...

DOR.

Ma se io...

 

 

 


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