Carlo Goldoni
La donna di governo

ATTO QUINTO

SCENA SETTIMA   GIUSEPPINA, DOROTEA, ROSINA, IPPOLITO, TOGNINO

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SCENA SETTIMA

 

GIUSEPPINA, DOROTEA, ROSINA, IPPOLITO, TOGNINO.

 

IPP.

Cara la mia Rosina! (facendole uno scherzo)

GIU.

Ehi, state con rispetto. (ad Ippolito)

IPP.

Non è mia?

GIU.

Non ancora.

IPP.

Oh muso benedetto! (a Rosina)

GIU.

Credetemi, signore, sì facile non è

Che veggasi Rosina sposar prima di me.

IPP.

Eh signora cognata, si sposi quando vuole.

Le auguro di buon cuore pace, salute e prole.

DOR.

E potrà darsi ancora che della cara sposa

Vadan le nozze in fumo.

IPP.

In fumo? per che cosa?

ROS.

Non crederei.

DOR.

Può darsi.

ROS.

Davver?

DOR.

Ve lo protesto.

ROS.

Comanda lei?

DOR.

Fraschetta! so quel che dico.

IPP.

Io resto.

GIU.

L'affar chi ha maneggiato?

IPP.

Valentina, signora.

GIU.

Parlaste collo zio?

IPP.

Non l'ho veduto ancora.

DOR.

Le nozze colle serve si trattano così?

No, non si farà niente.

IPP.

Or ora io casco qui.

ROS.

Non temete di nulla. (ad Ippolito)

IPP.

Davver? (con allegria)

ROS.

Fino ch'io viva,

Sarò vostra.

IPP.

Davver?

ROS.

Ve lo prometto.

IPP.

Evviva. (saltando per allegrezza)

 

 

 


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