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PROP. Proverò; vedrò quel che sapete fare, e a misura di quello che saprete fare, vi darò il salario.
ORAZ. Come comanda Vostra Signoria illustrissima.
PROP. Per oggi vi darà l'animo di cucinare?
PROP. E di preparare la tavola?
PROP. E ricevere qualche imbasciata?
PROP. (Se costui fosse buono per tutto questo, mi risparmierebbe tre o quattro salari almeno). Andate subito in cucina; troverete la spesa fatta. Troverete un pollastro. Siamo in due; un pollastro in due non si mangia, ed io nel mangiare son delicato, e non voglio roba rifatta. Tagliate a mezzo il pollastro, e cucinatene mezzo oggi, mezzo domani. Troverete dell'erbucce; fatemi con esse una buona zuppa; co' rottami del pollastro fate un intingolo, e di due fette di fegato che ci sono, dividetene una in due, e cucinatela per arrosto. Avete capito?
ORAZ. Perdoni. E per me, che cosa ci resta?
PROP. Voi non dovete entrar colla mia cucina. Alla servitù do danari.
ORAZ. Perdoni. Favorisca qualche cosa dunque.
PROP. Io non do niente a nessuno, se non ho provata l'abilità.
PROP. Andate a lavorare. Avvertite di essere pontuale. Non vi usurpate niente di quel del padrone. Il brodo lo voglio tutto per me, e non ardiste di schiumare il grasso. Non consumate legna più del dovere. Non caricate le vivande di sale. Spezierie non ne voglio; butirro pochissimo e quel che avanza di tavola, riponetelo per la sera. Avete capito?
PROP. Andate, e portatevi bene.
ORAZ. (Oh! sì, che ho ritrovata la mia fortuna). (parte)