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Don Properzio, e poi don Alessandro
PROP. Non sanno niente costoro, non sanno niente. (nasconde il pollastro)
ALESS. Faccio umilissima riverenza all'amabilissimo don Properzio.
PROP. Servitor suo divotissimo.
ALESS. Perdoni se con tanta frequenza ardisco d'importunare il di lei veneratissimo domicilio.
PROP. Anzi... anzi... l'abbondanza delle di lei grazie empie di estremo giubbilo la mia casa.
ALESS. Ella è il prototipo della gentilezza.
PROP. Io sono... io sono... suo divotissimo servitore.
ALESS. Potrei aver l'onore di umiliare l'ossequio mio alla di lei gentilissima sposa?
PROP. Ella è più che padrone; anzi padronissimo.
ALESS. Se avesse disoccupato alcuno de' suoi domestici, potrebbe onorarmi di far preceder l'annunzio.
PROP. Subito, immantinente. Ehi? chi è di là? Presto, servitori.