Carlo Goldoni
Lo scozzese

ATTO SECONDO

SCENA SEDICESIMA   Don Properzio e don Alessandro

Precedente

Successivo

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

SCENA SEDICESIMA

 

Don Properzio e don Alessandro

 

PROP. Chi ha troppa servitù, è mal servito. Sarebbe meglio averne un solo. (a don Alessandro)

ALESS. Ottima riflessione!

PROP. Favorisca di grazia. Che intendeva ella dir questa mane, volendomi onorare dello specioso titolo di mediatore?

ALESS. Ah! signore. Io sono una vittima del dio Cupido.

PROP. E chi è la Venere che vi ha ferito?

ALESS. Donn'Aurelia è la bella fiamma che m'arde.

PROP. E che cosa c'entra mia moglie?

ALESS. Ella, per un impegno d'onore, legatomi a donn'Aspasia, minaccia ruine alla mia unica felicità.

PROP. (È tutto vero dunque quel che diceva la lettera).

ALESS. Deh! impietosite il cuore della vostra sposa. Fate voi ch'ella discenda dal puntiglio alla compassione. Sono acceso, sono afflitto, son disperato.

PROP. Sì, non temete, m'interesserò io.

ALESS. Caro amico. (vuol abbracciarlo)

PROP. Che cosa fate?

ALESS. Un trasporto di gioia. (come sopra)

PROP. Lasciatemi stare. (si difende, e cade in terra il pollastro)

ALESS. Oh cieli! (osservando il pollastro)

PROP. (Maladetto!) (da sé)

ALESS. Un araldo felice de miei amori.

PROP. Sarà caduto dal soffitto.

ALESS. Vieni, o colomba di pace. (lo prende)

PROP. Non è una colomba, è un pollastro.

 

 

 


Precedente

Successivo

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (VA1) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2009. Content in this page is licensed under a Creative Commons License