Carlo Goldoni
Lo scozzese

ATTO SECONDO

SCENA DICIASSETTESIMA   Orazio e detti.

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SCENA DICIASSETTESIMA

 

Orazio e detti.

 

ORAZ. Perdoni. Dice la dama, che favorisca il cavaliere nelle sue camere, e aspetti un poco che vi sarà ancor essa, per obbedirla.

ALESS. Volo colla mia rispettosa obbedienza. (parte)

PROP. Il pollastro. (dietro a don Alessandro) Che tu sia maladetto. (ad Orazio)

ORAZ. Io?

PROP. Sì, tu.

ORAZ. Perdoni.

PROP. Va, corri. Fatti render quel pollastro.

ORAZ. Per servirla.

PROP. Va al diavolo.

ORAZ. Per obbedirla. (parte)

PROP. Mia moglie è la rovina della mia casa. Ho dovuto prendere quest'ignorantaccio di servitore per causa sua. Tutto male. Io spendo le viscere, e non son servito. Mantengo la casa, e non son padrone. Ho il peso del matrimonio, e non c'è altro per me che il peso. Madama s'interessa per tutti, e non può vedere il marito. In casa mia flusso e riflusso; chi va, chi viene. Consumano le scale, rovinano i pavimenti, e guai se parlo; e guai a me, se apro bocca. E di più, e per giunta, ho da pagar dieci scudi il mese? No, non glieli vo' più pagare, non glieli pago più se mi castrano. (parte)


 

 

 


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