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   Il
  Libro del perché, don Pippo, è nel cervello. 
  Ciascuno
  lo possede se ha il lucido perfetto; 
  Nessuno
  lo sa leggere, se scarso ha l'intelletto. 
  Il
  perché principale che voi studiar dovete, 
  È
  quello, compatitemi, per cui ridicol siete. 
  Perché
  un uomo del mondo vuol fare il letterato, 
  Sapendo
  appena leggere, e senza aver studiato? 
  Spropositi
  si dicono che fanno inorridire. 
  E
  voi, caro don Pippo (lasciatevelo dire), 
  Voi
  dite all'impazzata quel che vi viene in bocca: 
  Cosa
  non proponete che non sia falsa e sciocca. 
  Vi
  parlo con amore, qual foste un mio germano; 
  Spero
  lo aggradirete, e non lo spero invano. 
  Quando
  che non si sa, non si favella audace; 
  Insegna
  la prudenza, se non si sa, si tace. 
  E
  l'uomo che tacendo si mostra contenuto 
  Spesse
  volte sapiente nei circoli è creduto. 
  Spesso
  da me venite, ragioneremo insieme, 
  Procurerò
  insegnarvi quel che saper vi preme. 
  Vo'
  che facciate al mondo una miglior figura, 
  Che
  abbandoniate affatto ogni caricatura. 
  E
  spero in poco tempo, se abbaderete a me, 
  Che
  in voi ritroverete il Libro del perché. 
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